Naufragio Nuova Iside, la famiglia Lo Iacono lancia appello al Presidente Sergio Mattarella
Da questa mattina l’inviato Giulio Golia de Le Iene è a Terrasini per realizzare un servizio sul motopesca Nuova Iside, affondato nella notte tra il 12 e il 13 maggio scorsi nelle acque tra Ustica e San Vito Lo Capo in circostanze alquanto misteriose. La tragedia è costata la vita a Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono, quest’ultimo ancora disperso. Da tre settimane, Rosalba Cracchiolo, vedova del capitano Matteo Lo Iacono, spera di poter riavere il corpo del figlio Vito che, nonostante le continue ricerche della Guardia Costiera, della Marina e dell’Aeronautica Militare, non è ancora stato recuperato. Rosalba non si da pace ed ha affidato al quotidiano Repubblica una lettera rivolta al capo dello Stato Sergio Mattarella per chiedere verità e giustizia per le vittime del naufragio. “Una parte dei nostri cuori si è inabissata per sempre insieme alla Nuova Iside e ai nostri cari – si legge nella missiva – chiediamo al presidente della Repubblica, padre di tutti gli italiani, che faccia intervenire tutti i mezzi in possesso dello Stato per le ricerche di Vito e del relitto per dare pace ad una famiglia distrutta e verità e giustizia per le vittime del mare, al largo per sostenere le rispettive famiglie”. Sulla tragedia della Nuova Iside la Procura ha aperto un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, per accertare la verità su quanto accaduto quella maledetta notte, le cui ultime ore, già ricostruite passo passo attraverso testimonianze e contatti telefonici, fanno escludere la tesi dell’incidente causato dalle condizioni meteo e avvalorano l’ipotesi dello speronamento che, potrebbe aver provocato una petroliera in rotta nello stesso specchio di mare nell’arco temporale di cui si sono perse le tracce della Nuova Iside. Da settimane, le due famiglie Lo Iacono assistite dal legale Aldo Ruffino, chiedono il sequestro delle scatole nere delle imbarcazioni che nella notte tra il 12 e il 13 giugno hanno attraversato quel tratto di mare. La vedova di Matteo Lo Iacono e madre di Vito, nella missiva inviata al Presidente della Repubblica, esprime anche dolore per le accuse inizialmente lanciate nei confronti dell’equipaggio del motopesca che, a detta di alcuni, non sarebbe stato prudente a navigare in condizioni meteo avverse. “Con profondo dolore e mortificante silenzio ascoltavamo le voci diffuse da molti, che divenivano fragorose ed assordanti nelle nostre teste, che attribuivano al vento di scirocco la probabile causa della tragedia – si legge ancora nella missiva – voci alimentate anche da errate informazioni della prima ora e da una valutazione dubbia sull’operato del comandante. Fin da subito non abbiamo accettato queste semplicistiche e offensive conclusioni ed ormai siamo più che certi che il maltempo non sia stato causa del disastro su cui vogliamo verità e giustizia”.