Castellammare del Golfo, rinvenute armi in un fondo agricolo di Francesco Domingo
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, nel corso dell’operazione Cutrara, in cui sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica a carico di altrettanti esponenti alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo (Tp), per associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso, hanno, contestualmente, eseguito decine di perquisizioni.
In particolare, è stata eseguita una minuziosa perquisizione tesa a verificare quanto emerso nel corso delle pregresse attività investigative, ovvero che Francesco Domingo, considerato il vertice della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, avesse occultato delle armi in un fondo agricolo nella sua disponibilità.
L’attività di perquisizione eseguita ha richiesto la partecipazione di diversi reparti specializzati anche di altre Forze Armate. Presenti lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, le unità addette alla ricerca di armi del Nucleo Cinofili di Palermo, il 4° Reggimento Guastatori e i Vigili del Fuoco con un escavatore.
Al termine della perquisizione sono stati rinvenuti armi e munizionamento vario, nascosti in punti diversi della proprietà: in un tubo in pvc, interrato sotto un cumulo di pietre, sono stati rinvenuti 2 fucili doppietta calibro 12 in buono stato di conservazione,26 cartucce calibro 12 di varie marche e diametro di pallini e 10 proiettili calibro 38 , mentre sotto un secondo cumulo di pietre, era stato nascosto un barattolo in vetro con altri 3 proiettili calibro 12. Tutto il materiale rinvenuto è stato immediatamente posto sotto sequestro poiché detenuto in assenza di titoli di polizia.
Le indagini hanno permesso di disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, che nonostante i dissidi interni, vede saldamente al vertice il pregiudicato Francesco Domingo, soprannominato Tempesta, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso ed altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015.