Castellammare del Golfo, il boss Francesco Domingo avrebbe chiesto un favore al sindaco Rizzo
Le contestazioni contenute nell’avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa notificato al sindaco di Castellammare del Golfo, sarebbero legate ad un incontro inaspettato che, il primo cittadino avrebbe avuto nel settembre dello scorso anno con il boss Francesco Domingo, a casa del padre della propria compagna. Un appuntamento venuto fuori dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate nell’ambito dell’inchiesta Cutrara condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che, due giorni fa, ha portato all’arresto di Ciccio Tempesta, così come viene chiamato in paese Francesco Domingo, e di altri 12 affiliati al clan locale. Rizzo, interrogato ieri, avrebbe detto ai pm Gianluca De Leo e Francesca Dessi di non sapere nulla della presenza di Domingo a casa del suocero e, il fatto che in quel momento non avesse con se’ il proprio cellulare sarebbe stato del tutto casuale. Domingo, in quell’occasione, avrebbe chiesto un favore al sindaco Rizzo per trovare un immobile da adibire a casa di riposo per anziani, attività che – come scrive il Giornale di Sicilia – sarebbe stata a cuore di un suo amico incensurato e di un’altra persona a cui avrebbe tenuto tanto. Incontro ricostruito dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani, che monitoravano Domingo «H24», perché alla ricerca di elementi per individuare gli uomini della sua rete e le attività di una famiglia mafiosa in stretto contatto con i boss italoamericani. Alla richiesta di aiuto per l’impresa, Rizzo non avrebbe risposto in maniera negativa, ma con un «vediamo». I pm adesso stanno cercando di accertare se, il sindaco Nicolò Rizzo può avere cercato in qualche modo di dar seguito a quella richiesta e indagando in particolare sull’ipotesi che il comune volesse concedere per tale finalità un immobile confiscato alla mafia. Ai magistrati il sindaco avrebbe confermato di essere perfettamente consapevole di chi si fosse trovato davanti e che, non avrebbe rifiutato di parlargli, perché era una persona che aveva pagato il proprio debito con la giustizia.