Viaggiare in auto ai tempi del coronavirus

La fase due dell’emergenza coronavirus pone molto interrogativi. Cerchiamo di rispondere ad una delle domandi più frequenti che ci vengono rivolte e cioè “quante persone possono viaggiare in auto”?

Fino a prima dell’inizio della pandemia la risposta era semplice: a seconda del numero di posti omologati. Ora però non è più così perché anche all’interno delle vetture bisogna rispettare le norme sul distanziamento sociale.

Oggi è l’ultimo giorno della Fase 1 dell’emergenza covid-19, mentre la Fase 2 scatta alla mezzanotte che segna l’inizio del 4 maggio e sarà attiva fino al 17 maggio.

Attualmente, in base al DPCM del 10 aprile 2020, e come confermato dalle FAQ sul sito del Governo, “le auto possono essere utilizzate da più passeggeri solo se si rispetta la distanza minima di un metro. Non è possibile andare in due in moto, non essendo possibile la distanza minima di un metro. Questi limiti non valgono se i mezzi sono utilizzati solo da persone conviventi”. Ciò sarebbe stato possibile se non fosse stato fatto anche obbligo di uscire una sola persona al giorno ; quindi attuabile tra gli stessi conviventi solo in caso di estrema necessità .

Con la fase due, nessun articolo del DPCM del 26 aprile 2020 parla di trasporto privato, quindi, salvo nuovi dispositivi, si può dedurre che non vi è alcun limite’ se all’interno della vettura ci sono soltanto persone conviventi (appartenenti allo stesso nucleo familiare, quindi in linea di massima una coppia o i genitori con i figli); mentre in tutti gli altri casi bisogna rispettare la distanza di un metro tra un passeggero e l’altro. Ciò vuol dire che al fianco del conducente non può sedersi nessuno, e sul sedile posteriore può accomodarsi non più di una persona dalla parte opposta del guidatore, come da indicazione del Ministero della Salute (ovviamente nelle auto a 7 posti, che hanno tre file di sedili, può entrarci un passeggero in più, sempre nel rispetto della distanza interpersonale). L’uso della mascherina in auto non è necessario se nell’abitacolo c’è soltanto il conducente, è invece raccomandato se ci sono altre persone.

Ovviamente i viaggi in auto si potranno effettuare solo nel rispetto delle restrizioni sugli spostamenti. Quindi esclusivamente per motivi di salute, esigenze lavorative e situazioni di necessità + la novità delle visite ai congiunti. E comunque nei limiti dei confini regionali.

Se l’ultimo DPCM non dice nulla di specifico sul trasporto privato, contiene invece norme di comportamento ben precise (nell’allegato 8 del decreto) sui servizi di trasporto pubblico non di linea, ossia taxi e NCC. Norme a cui, in linea generale, possono far riferimento anche i viaggiatori privati. In particolare si dispone innanzitutto di evitare che il passeggero occupi il posto disponibile vicino al conducente. Mentre sui sedili posteriori delle ordinarie vetture, al fine di rispettare le distanze di sicurezza, non possono essere trasportati, distanziati il più possibile, più di due passeggeri qualora muniti di idonei dispositivi individuali di sicurezza. In mancanza di dispositivi può essere trasportato un solo passeggero. Nelle vetture omologate per il trasporto di sei o più passeggeri devono essere replicati modelli che non prevedano la presenza di più di due passeggeri per ogni fila di sedili, fermo restando l’uso di mascherine. È preferibile che taxi e NCC siano dotati di paratie divisorie, inoltre il tassista/autista deve indossare dispositivi di protezione individuali.

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