Mafia San Giuseppe Jato -Monreale, lievi sconti di pena e un’assoluzione in appello
Lievi sconti di pena e una sola assoluzione, quella di Giovan Battista Licari, al processo d’appello contro i clan mafiosi di Monreale e San Giuseppe Jato che si è concluso con la sentenza emessa dal Presidente della Corte presieduta da Giacomo Montalbano. A far luce sugli affari di Cosa Nostra nei due territori ad alta densità mafiosa, furono i carabinieri del Gruppo Monreale fra marzo e ottobre del 2015, quando la fazione guidata dall’anziano boss Gregorio Agrigento, affiancato da Ignazio Bruno e quella che faceva capo a Giovanni Di Lorenzo, soprannominato “la morte”, avevano appena ritrovato l’intesa dopo una lunga faida interna per la conquista del potere con una lunga scia di terrore. Teste di capretto con pallottole conficcate in testa e pestaggi con spranghe di ferro e, tra un conflitto e un altro, il clan del mandamento di San Giuseppe Jato era impegnato a riscuotere il pizzo. Questo l’elenco degli imputati condannati: Antonino Alamia (12 anni), Ignazio Bruno (17 anni in continuazione con una precedente condanna), Onofrio Buzzetta (10 anni e 4 mesi), Pietro Canestro (1 anno e 10 mesi), Giovan Battista Ciulla (9 anni e 8 mesi), Giuseppe D’Anna (12 anni), Sergio Denaro Di Liberto (8 anni e 8 mesi), Giovanni Di Lorenzo (11 anni), Andrea Di Matteo, Giuseppe Giorlando (9 anni e 8 mesi), Umberto La Barbera (1 anno e 10 mesi), Tommaso Licari (1 anno e 8 mesi), Domenico Lo Biondo (1 anno e 8 mesi), Nicola Rinicella (6 anni e 8 mesi), Giuseppe Riolo (8 anni e 8 mesi), Girolamo Spina (9 anni), Giuseppe Buscemi Tartarone (9 anni e 8 mesi), Giovanni Battista Inchiappa (8 anni), Salvatore Terrasi (8 anni), Andrea Di Matteo (8 anni), Ettore Raccuglia (1 anno e 8 mesi), Sebastiano Andrea Marchese (2 anni), Giovanni Pupella (8 anni e 8 mesi), Alberto Bruscia (8 anni e 4 mesi), Francesco Balsano (11 anni e due mesi), Salvatore Billetta (8 anni), Antonino Giorlando (2 anni e due mesi)