Mafia, motivazioni sentenza Pionica : «Nicastri non diede soldi a Messina Denaro»

Il re dell’eolico, l’alcamese Vito Nicastri, condannato lo scorso ottobre a 9 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ”non diede soldi alla primula rossa di cosa nostra Matteo Messina Denaro”. Lo afferma il Gup di Palermo, Filippo Lo Presti che ha processato Nicastri con il rito abbreviato, nelle motivazioni della sentenza che a suo tempo erano state depositate.  Ma l’accusa, su questo punto aveva molto insistito in fase di giudizio, tanto che ora – come scrive il Giornale di Sicilia –    il procuratore aggiunto Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo stanno valutando se proporre l’appello «incidentale», dopo  i  ricorsi presentati dalla difesa dei tutti gli 8 imputati condannati nello stesso procedimento. L’episodio in questione riguarda la presunta consegna di denaro, contenuto in una busta che Vito Nicastri avrebbe dato a  Michele Gucciardi, capomafia di Salemi, affinchè la consegnasse al superlatitante di Castelvetrano. Una vicenda emersa nel corso dell’inchiesta “Pionica”, nome del fondo di Santa Ninfa da cui partirono le indagini dei carabinieri e della Dia che, a Vito Nicastri valse la definizione di «finanziatore della latitanza dorata del boss Mattero Messina Denaro». A carico dell’imprenditore specializzato nelle energie rinnovabili vi sono altre condanne, come quella di due anni e 9 mesi patteggiati per l’inchiesta sulle mazzette  all’assessorato regionale all’Energia, dopo aver collaborato con gli inquirenti sulle vicende corruttive.

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