Coronavirus, il sindaco di Capaci Pietro Puccio si appella al buon senso dei cittadini
“Senza inutile allarmismo e con la consapevolezza di poter fare affidamento su uno dei migliori servizi sanitari al mondo, è evidente il timore che il coronavirus non è circoscritto ad alcune zone del Nord Italia, ma che stia emergendo in forma molto blanda anche da noi”. A scriverlo sui social network è il sindaco di Capaci Pietro Puccio il quale aggiunge che : “Ciò ci impone l’osservanza di comportamenti e norme igienico-sanitarie, per tentare di arginarne la diffusione. Le norme igienico-sanitarie, già ampiamente diffuse dai mezzi di informazione, sono di facile applicazione e non richiedono grossi sacrifici, in termini sia di costi che di sacrifici. Per ciò che riguarda i comportamenti di prudenza e di buon senso, in democrazia non possono essere imposte, ma esse potrebbero risultare alla fine quelle più efficaci per superare questo difficile momento. Non ha senso chiudere scuole, tribunali e uffici, se poi i nostri giovani si riversano in massa negli eventi e nei locali della movida cittadina assieme a migliaia di coetanei, o si ritrovano in locali chiusi, angusti e stracolmi, luoghi ideali per la diffusione del virus, che vanno invece assolutamente evitati. Il fatto poi che il virus colpisca per lo più persone deboli, anziane e con patologie pregresse, non ci esime dai comportamenti virtuosi soprarichiamati. Ciò ci richiama invece ad un supplemento di attenzione perché, tornando a casa, tutti abbiamo un familiare, un genitore, un nonno anziano o con gravi patologie che, se contagiati, potrebbero subirne conseguenze letali. La nostra sanità, per funzionare bene, non può essere sovraccaricata da un’ondata di ricoveri, poiché i posti disponibili in terapia intensiva sono limitati e, se saturati, le conseguenze sarebbero drammatiche. Siamo chiamati ad una dura prova individuale e collettiva. Siamo un popolo straordinario, che dà il meglio di sé nei momenti più difficili e drammatici, è venuto il momento di dimostrarlo ancora. Dobbiamo essere consapevoli del delicato momento che stiamo vivendo e comportarci di conseguenza, come il momento richiede. Dobbiamo avere un sussulto di dignità e di orgoglio, assumendo comportamenti virtuosi per non essere contagiati e non diventare inconsapevolmente veicoli di diffusione del contagio. Non possiamo pretendere di essere curati dai nostri medici, se non ci sforziamo di limitare il più possibile i casi clinici da curare. I sacrifici e le rinunce di queste settimane, serviranno a superare questo difficile momento; dobbiamo dimostrare in tal modo – conclude- il nostro senso di comunità ed il nostro straordinario senso di solidarietà e di accoglienza, rinviando solo di qualche mese la possibilità di poterlo manifestare anche esteriormente con tutto il calore umano e la voglia di socialità che ci contraddistingue”.