Cinisi, il sindaco Palazzolo denuncia ritardi nell’indagine epidemiologica sull’ultimo caso di coronavirus
In diretta Facebook il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, denuncia ritardi da parte dell’Asp sull’indagine epidemiologica che riguarda l’ultimo caso di coronavirus riscontrato in paese. “Mi meraviglia – ha detto il primo cittadino- dopo avere ascoltato personalmente il paziente sui contatti avuti anche nel periodo dell’incubazione dell’infrazione, che ad oggi nessuna di queste persone sia ancora stata sottoposta all’isolamento obbligatorio. Mi duole doverlo ammettere, ma è così. Pertanto, avendo il dovere di tutelare la mia popolazione, in caso di ulteriori ritardi, ricostruirò personalmente la catena dei contatti e provvederò’, anche se non è mia competenza, attraverso la polizia municipale, ad imporre l’isolamento a queste persone a rischio, per scongiurare ulteriori contagi”. Altra nota dolente sollevata dal sindaco Palazzolo, i ritardi nell’esecuzione dei tamponi su soggetti a rischio; “da giorni ha detto – un nostro concittadino manifesta i sintomi del corona virus e, ancora, non è stato sottoposto ai dovuti accertamenti clinici; ragion per cui avanzero’ specifica richiesta alla Regione affinché personalmente, sostituendomi alle autorità preposte, venga dotato dei test per il coronavirus, da “gestire in autonomia” nel rispetto delle segnalazioni e le urgenze ravvisate dai medici di famiglia del paese con cui far rete”. Intanto, all’aeroporto Falcone e Borsellino ogni giorno atterrano due voli provenienti da Roma dove si imbarca gente da ogni dove. Il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo ha fatto presente che agli arrivi i controlli sono ininfluenti. “Misurano la temperatura alle centinaia di passeggeri che arrivano con voli Alitalia alle 12,00 e alle 19,00 e poi ognuno è libero di andarsene dove vuole,solo in pochi o i più coscienziosi si autodenunciano e si mettono in quarantena”. Ragion per cui il primo cittadino pretende che la Regione visioni la lista dei passeggeri per imporgli l’isolamento, aggiungendo che se la sua richiesta rimarrà inascoltata, azionerà qualsiasi meccanismo utile per sostituirsi agli organi competenti e provvedere nei confronti dei propri concittadini. Ciò a tutela della propria comunità che comprende, peraltro, un’ampia percentuale dei lavoratori che operano nello scalo di Punta Raisi è particolarmente soggetti al rischio contagio.