Scomparsa dei Maiorana, prorogate le indagini di altri sei mesi
Prorogate di altre sei mesi le indagini sulla scomparsa dell’imprenditore Antonio Maiorana e di suo figlio Stefano, avvenuta il 3 agosto del 2007 a Isola delle Femmine. Come scrive il giornale di Sicilia, dopo la richiesta di archiviazione formulata a gennaio dell’anno scorso dalla Procura, il gip Marco Gaeta – accogliendo parzialmente l’opposizione della parte civile, cioè Rossella Accardo, ex moglie e madre degli scomparsi, aveva dato altri quattro mesi ai pm. Il termine è scaduto all’inizio di gennaio e gli inquirenti hanno deciso di chiedere una proroga perché aspettano l’esito di alcuni accertamenti. Dopo 13 anni si cerca ancora di far luce sulla misteriosa fine dell’imprenditore e del figlio che attualmente vede indagato per duplice omicidio ed occultamento di cadavere, solo il torrettese Giuseppe di Maggio, figlio del boss Lorenzo. L’altra persona a cui erano state contestate le stesse accuse, il costruttore Francesco Paolo Alamia è nel frattempo deceduto. Secondo l’ultima ricostruzione degli inquirenti, Antonio Maiorana avrebbe ricattato Alamia con un filmino porno, che lo avrebbe ritratto durante un rapporto sessuale con una minorenne. Lo scopo sarebbe stato quello di costringere il costruttore a cedere le sue quote delle società «Calliope» ed «Edilia», che avevano appena realizzato una serie di immobili a Isola delle Femmine e proprio nel momento in cui le abitazioni dovevano essere vendute. Un passaggio che era effettivamente avvenuto pochi giorni prima della scomparsa dei Maiorana e le quote erano state intestate – a titolo gratuito – a quella che all’epoca era la compagna dell’imprenditore sparito, l’argentina Karina Andrè. Il gip ha chiesto di confrontare le impronte trovate sulla Smart in cui i Maiorana si allontanarono dal cantiere di Isola e che gli inquirenti ritrovarono parcheggiata all’aeroporto, con quelle di Pietro Cinà, titolare della ditta che aveva realizzato gli impianti elettrici nelle case di Isola delle Femmine, e del capocantiere Giuseppe Zerbo. Al vaglio ci sono poi le intercettazioni in cui un cugino di Di Maggio, Giovanni, lascerebbe intendere di sapere chi avesse portato la Smart a Punta Raisi. Infine ci sono quelle in cui Dario Lopez, vicino a Maiorana, fa riferimento ad un certo Perrotta che sarebbe a conoscenza di elementi importanti.