Partinico, tangenti nell’eolico: nuovi elementi contro Giacomo Causarano
La Procura di Palermo deposita nuovi elementi contro il partinicese Giacomo Causarano, funzionario regionale accusato di corruzione insieme ad altri indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle mazzette per favorire i progetti di energia alternativa.
Secondo quanto scrive il giornale di Sicilia, a sostegno dell’ipotesi che abbia preso mazzette dal re dell’eolico, l’alcamese Vito Nicastri, il procuratore aggiunto Paolo Guido e il pm Gianluca De Leo hanno presentato al Gup Maria Cristina Sala, delle carte da cui emergerebbe che l’imputato avrebbe versato somme in contanti, a più riprese, per la ristrutturazione di una villa in contrada San Giuseppe, a Partinico. Ipotesi respinta dalla difesa ma che sarà al centro della discussione.
Tra i fatti confessati da Vito Nicastri che collabora con gli investigatori, il pagamento di tangenti per mezzo milione di euro (110 mila materialmente consegnati, il resto promessi) a Tinnirello e Causarano. Con quest’ultimo, che abita a Partinico e che dunque si spostava facilmente nella vicina Alcamo, a fare da tramite e che avrebbe materialmente preso i soldi cash.