Coronavirus, in Sicilia porti e aeroporti monitorati a tappeto

  “Patologie infettive tra vecchi e nuovi nemici – Coronavirus & Co.” Sul tema Polizia, istituzioni e infettivologi hanno fatto il punto alla caserma Lungaro di Palermo  per definire procedure operative, condividere informazioni, responsabilità e formazione per bloccare in Sicilia l’epidemia globale da coronavirus partita dalla città cinese di Wuhan.  In una lontanissima possibilità di diffusione in Sicilia del coronavirus scattano le procedure di soccorso pubblico. “Siamo i primi ad intervenire – ha detto il primo dirigente Medico della Questura di Palermo Roberto Asaro  – e in un nuovo potenziale scenario epidemico sul territorio il nostro compito è di attualizzare le informazioni e trasmetterle alle istituzioni coinvolte, fornendo anche direttive univoche su procedure e percorsi aderenti al nostro protocollo. Una concertazione indispensabile e tempestiva su più livelli per evitare la diffusione di informazioni distorte e fuorvianti”.

Per l’infettivologo Antonio Cascio, prof. ordinario dell’Università di Palermo “è assolutamente improbabile un’epidemia da coronavirus nel nostro Paese. Ritengo giusta però la misura della quarantena per tutti coloro che arrivano da territori dove sono stati accertati focolai di infezione, anche per i bambini.  Nel frattempo “nell’ipotesi di un contatto con un caso sospetto o accertato – ha proseguito Cascio – è opportuno informare il proprio medico curante, che valuterà l’opportunità della segnalazione al 118”.  In applicazione delle nuove direttive stabilite dal Commissario Borrelli per l’emergenza coronavirus, di concerto con la task force del Ministero della Salute “sono state implementate anche in Sicilia i controlli sanitari – ha spiegato il direttore regionale del ministero della Salute Claudio Pulvirenti –  Oggi monitoriamo la temperatura di tutti i passeggeri che arrivano con voli internazionali e da Roma all’aeroporto Falcone- Borsellino di Palermo con il supporto della Croce rossa italiana. Lo stesso avviene nei porti con le  navi, per le quali il regio decreto della cosiddetta libera pratica sanitaria è stato allargato a tutte le imbarcazioni, soprattutto alle navi crociera. Qualora un passeggero rientrasse nei casi sospetti previsti dalle linee guida del Ministero scattano subito tutte le procedure sanitarie di biocontenimento”.

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