San Giuseppe Jato, domani si ricorda il piccolo Giuseppe Di Matteo
Domani sarà il ventiquattresimo anniversario dell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Era l’11 gennaio del 1996. Giuseppe oggi avrebbe oggi quasi 39 anni. Sarebbe un adulto con un cognome pesante ma con una storia tutta da scrivere. Ventiquattro anni fa però, a pochi giorni dal suo 15° compleanno, venne strangolato con una corda da Vincenzo Chiodo e sciolto nell’acido su ordine dell’allora boss Giovanni Brusca. Fu una delle pagine più efferate della recente storia della mafia. Così su quel manipolo di delinquenti cadde la condanna delle stesse comunità che troppe volte in passato erano state per buona parte silenziosamente complici. Si incrinò così quel consenso che aveva reso più facili le latitanze e l’esercizio del potere criminale. Di Matteo venne rapito il 23 novembre del ‘93 in un maneggio di Villabate nel tentativo di spingere il padre, il pentito Santino Di Matteo, a ritrattare le informazioni fornite sulla strage di Capaci. Mafiosi, travestiti da agenti della Dia, portarono il ragazzino in un casolare di Misilmeri e da lì iniziò il suo calvario. Tenuto legato e bendato, venne spostato da un covo all’altro nelle province della Sicilia occidentale. Gli ultimi sei mesi, per il venir meno della disponibilità di altri nascondigli, Giuseppe fu portato in contrada Giambascio, dove i Brusca avevano fatto costruire un bunker sotterraneo. Dopo la notizia della condanna all’ergastolo per l’omicidio di Ignazio Salvo, Giovanni Brusca decise di “punire” il pentito di Altofonte. E diede l’ordine di uccidere quel ragazzino di cui era padrino di battesimo. A strangolare Giuseppe furono, oltre a Chiodo, Enzo Brusca e Giuseppe Monticciolo. Il corpo venne sciolto dentro un fusto pieno di acido nitrico ed i resti furono sparsi nel terreno che circondava il covo dei mafiosi. Per l’omicidio di Di Matteo, oltre ai collaboratori di giustizia Giovanni ed Enzo Brusca, Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo, sono stati condannati, in diversi processi, anche Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza, Matteo Messina Denaro, Angelo Longo, Giuseppe Graviano, Luigi Giacalone, Francesco Giuliano, Salvatore Benigno, Salvatore Bommarito, Salvatore Grigoli, Michele Mercadante e Biagio Montalbano. Per ricordare la vittima innocente il Circolo Acli «Progetto Legalità» organizza in contrada Bassetto a San Cipirello la quarta edizione del mini torneo di calcetto per bambini «Scalciando per Giuseppe». Protagonisti saranno piccoli calciatori di 10 anni delle scuole calcio di San Cipirello, Borgetto e Corleone. Alle ore 9 è prevista la deposizione di una corona di fiori al Giardino della memoria, nel luogo in cui il ragazzino venne tenuto prigionieri ed ucciso. Alle 10, all’Istituto comprensivo «Riccobono» di San Giuseppe Jato, è previsto un incontro con Antonio Zangara, figlio di vittima di mafia che attraverso la sua esperienza racconterà la storia del piccolo Giuseppe. L’incontro è organizzato dal locale presidio di Libera. Alle 12, in piazza Falcone e Borsellino a San Giuseppe Jato si terrà la premiazione del mini torneo di calcetto con la partecipazione del Presidio di Libera «Valle dello Jato», dell’amministrazione comunale e alcuni rappresentanti del Comune di Prato che ogni anno partecipa alla giornata in memoria di Giuseppe Di Matteo.