“Paura di volare… no problem”? al via nuovo progetto dell’Asp all’aeroporto Falcone e Borsellino
Basta la ricetta del medico curante ed il pagamento del ticket (se dovuto) per accedere al percorso psicoterapeutico finalizzato a superare la fobia del volo. Si chiama “ Paura di Volare? No problem” il corso curato dall’ambulatorio per i disturbi psicosomatici dell’UOC di Psicologia dell’Asp di Palermo che ha accolto negli ultimi anni più di 1.500 utenti, la cui stragrande maggioranza (il 98,7% dei pazienti) ha poi utilizzato l’aereo. Il progetto, terminato nell’agosto del 2018, riprende grazie ad un nuovo accordo di collaborazione della durata triennale tra Asp di Palermo, Comune di Palermo, ENAV (la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia), Gesap (società di gestione dell’Aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino) e la compagnia aerea DAT. Già firmato il protocollo d’intesa e presentato il nuovo progetto che consente, immediatamente, di dare il via ad un primo ciclo di corsi, ognuno dei quali rivolto a 25 utenti. “Dopo un colloquio psicologico clinico di valutazione e diagnosi, è previsto un pacchetto di prestazioni che si sviluppa in 10 incontri settimanali di terapia in gruppo sul modello cognitivo comportamentale – ha spiegato la psicoterapeuta dell’Asp di Palermo, Maria Teresa Triscari, responsabile scientifico del progetto – durante il ‘percorso’ è programmato, anche, un incontro con l’equipaggio della compagnia aerea DAT ed una visita guidata, coordinata dall’ENAV, alla torre di controllo dell’aeroporto di Palermo. Il personale della Società di Gestione Aeroportuale (Gesap) affiancherà, invece, l’equipaggio di volo nella simulazione di un decollo. Al personale non sanitario è demandato il compito di illustrare gli aspetti relativi al volo, le norme di sicurezza e di controllo. In nona seduta viene programmato il ‘battesimo dell’aria’ ovvero un volo gratuito con rientro in giornata su aeromobili della DAT, compagnia aerea partner del progetto”. “Paura di volare? No problem”, nato nel 2009, rimane ancora oggi un modello di intervento psicoterapeutico unico nel suo genere nel servizio sanitario pubblico. Un modello riconosciuto dal Ministero della Salute che, in passato, ha finanziato il progetto consentendo l’acquisto di un’apparecchiatura per la terapia virtuale ( VRET) che permette ai pazienti di sperimentare virtualmente le sensazioni, le immagini ed i rumori durante il volo.