Cinisi, avviato iter esproprio “casolare” in cui venne ucciso Peppino Impastato
Al via l’iter di esproprio del casolare in cui il 9 maggio del 1978 venne ucciso Peppino Impastato, il militante di democrazia proletaria assassinato dalla mafia per le scomode denunce che, lo stesso, faceva ai microfoni di radio aut deridendo i boss. La sovrintendenza ai beni culturali ha già notificato agli attuali proprietari «l’avvio del procedimento di dichiarazione di pubblica utilità». Un atto che segue la delibera emanata dal governo regionale guidato da Nello Musumeci che, lo scorso mese di settembre, in assenza di un accordo tra la proprietà che chiedeva 500 mila euro e, i familiari di Peppino Impastato, ha deciso di procedere all’esproprio. La richiesta dei privati, per un immobile in condizioni pessime ma dall’enorme valore storico, è sempre stata considerata eccessiva. Una volta espropriato, il casolare verrà ristrutturato per ospitare il futuro Centro nazionale culturale per la lotta alle mafie, così come prevede un accordo siglato il governatore Musumeci, il sindaco della Città metropolitana Leoluca Orlando e il primo cittadino di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. Il governo regionale, dopo anni di vane promesse ha stanziato per l’esproprio circa 106 mila euro. Altri 500 mila euro sono in arrivo dalla Città metropolitana di Palermo per realizzare materialmente il centro congressi. Non è escluso che possano sorgere degli ostacoli nel percorso avviato, ma l’iter dell’esproprio non dovrebbe essere soggetto ad impugnazioni di parte. Nei piani della famiglia di Peppino Impastato il centro culturale farà parte di un percorso che già comprende la casa di Peppino, quella di Badalamenti e la sede di Radio Aut: mete ogni anno di migliaia di visitatori. All’interno verrà allestita una sala multimediale ed uno spazio espositivo che, verranno gestiti dalle associazioni locali impegnate a diffondere la memoria di Peppino Impastato. Verrà anche valorizzato il terreno circostante per organizzare eventi culturali e ricreativi.