Capaci, il furto di una bici dietro il pestaggio denunciato dal sindaco
Sarebbe stato il furto di una bici elettrica a provocare la spedizione punitiva denunciata lo scorso 20 luglio dal sindaco di Capaci Pietro Puccio e che nel settembre scorso portò all’arresto dei palermitani Domenico Lo Verso, Vincenzo Mira ed Alessio Tomaselli. Come si legge oggi nel Giornale di Sicilia, quel pestaggio non fu frutto di rivalità maschile, ma una sorta di esecuzione di giustizia privata, peraltro commessa nei confronti della persona sbagliata. Il retroscena sarebbe emerso dagli atti depositati dalla Procura durante il riesame a carico di Tomaselli, attualmente sottoposto all’applicazione del braccialetto elettronico ed al divieto di comunicare con l’esterno. «Emerge chiaramente – si legge tra le carte giudiziarie – l’accordo tra la vittima e Lo Verso rispetto alla versione da riferire ai carabinieri, da ricondurre all’interesse mostrato dalla giovane per la compagna di Lo Verso. Dagli atti si desume anche l’infondatezza dell’accusa di furto che provocava l’ira della famiglia della vittima, che ipotizzava azioni vendicative contro gli indagati». Infine, i giudici avrebbero scritto anche di «spregiudicatezza criminale degli indagati, i quali, dopo attività investigative private, senza nemmeno la certezza dell’esatta individuazione della persona, la assalivano e la privavano della libertà per punirla». Il pestaggio con sequestro di persona era stato denunciato al 112 dal sindaco di Capaci, Pietro Puccio, il quale aveva assistito alla scena consumata lungo la via Vittorio Emanuele. I carabinieri dopo mesi di indagine, risalirono agli indagati. Fu la stessa vittima del pestaggio a raccontare ai militari di una lite avuta con Lo Verso per uno sguardo di troppo rivolto alla sua compagna. Ma dall’analisi dei cellulari degli indagati, invece, sarebbe emersa la storia della bicicletta elettrica rubata a Lo Verso. Il mezzo era stato portato via dal condominio dell’Uditore dove vive l’indagato. Pochi giorni dopo l’aggressione, Lo Verso, avrebbe mandato su Whatsapp «fotogrammi estratti dal sistema di videosorveglianza del condominio in cui risiede» alla vittima, ribadendo «la propria convinzione che la persona ripresa mentre portava via la bici fosse proprio lui che, invece, negava fermamente di essere responsabile del furto». Successivamente «Lo Verso e Mira commentavano la situazione tra loro, manifestando dubbi circa la corretta identificazione dell’autore ma, una volta contattata la vittima, Lo Verso avrebbe assunto un atteggiamento di totale chiusura, invitando il ragazzo a prodigarsi in ogni caso tramite amicizie per il recupero del mezzo».