Sanità, Miccichè : “Centro Rimed di Carini risposta per migliorare sistema”
Il centro di eccellenza sanitaria Rimed è in dirittura di arrivo, grazie all’intervento del governo regionale, ma c’è necessità di fare assunzioni nella sanità pubblica. La lotta alla mafia ha fatto passi da gigante negli ultimi vent’anni; demagogia e regime delle autorizzazioni sono autentiche palle al piede per lo sviluppo. Sono temi affrontati dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, nel corso dell’intervento con cui ha chiuso la due giorni del Forum internazionale, promosso dal Cefpas e redatto dalla Fondazione Ambrosetti, che ha riunito, a Palazzo Reale, istituzioni, rappresentanti di Paesi esteri, esperti del mondo della ricerca impegnati sul tema della Sanità.
“Questo è un momento molto positivo per la Sicilia, perché il governo Musumeci ha sbloccato l’iter per la realizzazione del Centro Rimed di Carini – ha detto il presidente dell’Ars, riconoscendo il merito del governo regionale -. Era il 2002, quando se ne parlò per la prima volta. Sono trascorsi ben 17 anni e, se da un lato, mi dispiace ammettere i ritardi di un’operazione così importante, dall’altro, adesso, c’è la speranza che, finalmente, il ‘Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica’ verrà realizzato”, ha aggiunto Miccichè, ringraziando “i nostri amici americani di Pittsburgh per avere esportato in Sicilia le loro conoscenze scientifiche, che hanno consentito, grazie anche ai bravissimi siciliani con cui lavorano, di avere a Palermo l’Ismett, il più importante Centro trapianti dell’area euro mediterranea”.
Il presidente Miccichè, lanciando una serie di provocazioni, in particolare al vicedirettore di La7, Andrea Pancani, ha toccato vari argomenti: “Ereditiamo una Sicilia, contrariamente a quello che dicono in tanti, che ha lottato per superare, senza l’intervento della Nato, lo storico problema della mafia. Forse ancora il fenomeno non è debellato del tutto ma rispetto al passato non c’è paragone”, ha sottolineato. “Facevo politica 30 anni fa e la mafia si sentiva in maniera pesantissima. Oggi la mafia, dicono gli esperti, avrebbe cambiato pelle. La commissione Antimafia dell’Ars, con l’onorevole Fava, ha prodotto già tre relazioni – una su Borsellino, una su Montante e l’ultima sul caso Antoci – che 20 anni fa non si sarebbero fatte mai probabilmente neanche in Italia, figuriamoci in Sicilia: un’analisi realistica che è espressione di coraggio e forza. Peccato che queste cose non tutti le capiscano”.
Un altro argomento su cui Miccichè ha insistito è stato quello della demagogia. “Oggi – ha proseguito il presidente dell’Ars – sembra che l’articolo 1 della Costituzione reciti che l’Italia sia una Repubblica democratica fondata sulla demagogia”. Per specificare il concetto, Miccichè ha fatto riferimento alla sanità siciliana vista dai media: “Le notizie di mala sanità ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma negli ultimi anni abbiamo fatti grandi passi avanti e possiamo dire che la nostra sanità è molto migliorata”.
A questo proposito, rivolgendosi all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, Miccichè lo ha spronato a fare assunzioni: “Ruggero, abbi coraggio, non avere paura. Non è possibile che ogni volta che si parli di assunzioni si gridi allo scandalo. La Google in Europa ha seimila dipendenti e l’età media è di 28 anni. Ho visto l’elenco dei dipendenti della Regione siciliana e il più giovane di tutti ha 50 anni”. Infine, il regime delle autorizzazioni pubbliche. “Ci vorrebbe un’analisi seria, uno studio serio, magari realizzato dalla Fondazione Ambrosetti – ha proseguito il presidente dell’Ars – che ci possa fare finalmente capire quanto costa il metodo delle autorizzazioni. L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui vige il sistema delle autorizzazioni preventive, dove bisogna, cioè, essere autorizzati a rispettare la legge. Il costo di questo meccanismo, secondo calcoli di gente certamente più brava di me, in questo momento sarebbe pari a 4 punti percentuali di Pil”.