San Giuseppe Jato, il sindaco Agostaro parla di “grossi interessi attorno ai rifiuti”

C’è un clima pesante a San Cipirello e a San Giuseppe Jato. Le fiamme di sabato notte sono solo l’ultimo capitolo di una serie di fatti culminati con lo scioglimento del primo Comune e con una serie di interdittive antimafia che hanno colpito proprio ditte del settore dei rifiuti. «Sono fatti che dispiacciono – ha commentato il sindaco di San Giuseppe Jato Rosario Agostaro -, perché tutto il territorio ne risente. Ed è chiaro che attorno ai rifiuti ci sono grossi interessi, come dimostra l’int imidazione subita nei mesi scorsi, nel Catanese, da un’altra ditta jatina». San Giuseppe Jato e San Cipirello fanno parte dello stesso Aro rifiuti «Jato ambiente». Un territorio caldissimo dove, negli ultimi anni, diverse imprese hanno deciso di occuparsi della gestione della spazzatura. A San Cipirello, da metà giugno, si sono insediate tre commissarie che hanno preso il posto di sindaco, giunta e consiglio comunale sciolti per infiltrazioni mafiose. Ed in questi mesi dalla Prefettura sono arrivate anche le interdittive per due imprese del settore rifiuti: la «F. Mirto» e, appunto, la «Co.ge.si.», che hanno presentato ricorso al Tar. Entrambe vengono però citate nel decreto presidenziale di scioglimento. Secondo l’inda – gine ministeriale, avrebbero gestito il servizio in regime di monopolio. L’affidamento della raccolta rifiuti è stato, infatti, uno dei punti cruciali dell’accesso ispettivo voluto un anno fa dal prefetto Antonella De Miro: tra le tante motivazioni, era venuta fuori anche l’anomala commistione nella gestione degli affidamenti di lavori pubblici, con un’indebita ingerenza degli organi politici sull’operato degli organi amministrativi. In particolare nel settore dei rifiuti «è emerso un sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno tratto vantaggio due imprese i cui titolari sono “vicini” al primo cittadino e/o stretti congiunti di soggetti contigui o riconducibili alla locale criminalità». Nel dicembre del 2017, però, i rapporti tra l’allora sindaco Vincenzo Geluso e l’impresa Co.ge.si. si incrinarono bruscamente. L’ex primo cittadino e il responsabile tecnico dell’impresa, Stefano Lo Greco, furono protagonisti di un furibondo litigio in Comune per l’esito di una gara proprio sui rifiuti. L’impiegato disse di essere stato preso a pugni dal sindaco e presentò anche un referto medico e delle foto. Geluso, che ha sempre negato l’aggressione, lo denunciò invece per diffamazione. Eppure tra i due, oltre ad un rapporto di parentela, c’era anche un’ant ica amicizia: nel giugno 2017, quando Geluso vinse le elezioni comunali, l’impresa jatina donò uno spettacolo di giochi pirotecnici tenutosi nella piazza del paese. In soli sei mesi, da giugno a dicembre, i due passarono però dai botti alle botte.

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