San Cipirello-San Giuseppe Jato, a fuoco 22 mezzi per la raccolta dei rifiuti
Come se non bastassero i problemi di Bellolampo, i disagi in mezza provincia e le discariche disseminate in buona parte delle strade provinciali, sull’emergenza rifiuti è arrivato anche il fuoco. Un incendio di vaste proporzioni che ha piegato una ditta di rifiuti di San Giuseppe Jato, danneggiando 22 mezzi tra camion e furgoni. Il rogo, di origine dolosa, è stato appiccato nella notte tra sabato e domenica in contrada Zabbia. Gli automezzi erano stati da poco ceduti alla «Eco Industry srl»: ad agosto l’impresa ha infatti rilevato il ramo d’azienda della «Co.ge.si.» che un mese fa è stata raggiunta da una interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura. E proprio la «Eco Industry» sembra sia in pole position per l’affi damento del servizio di raccolta dei rifiuti nei comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello. L’intimidazione è stata lanciata nelle campagne del Monrealese che si trovano nella valle dello Jato. A notare le fiamme all’una di notte sembra siano stati alcuni residenti della zona rurale. Lanciato l’allarme, nel giro di pochi minuti nell’are si sono riversati i dipendenti della ditta e i vigili del fuoco del distaccamento di Partinico e Corleone. Ma le fiamme, che nel giro di poco tempo hanno raggiunto livelli impressionanti, hanno reso necessario anche l’invio dei rinforzi da Palermo. Per ore i pompieri sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento del rogo, che ha divorato buona parte degli automezzi dell’i m p re s a jat ina. Attorno a camion e furgoni sembra siano stati trovati tracce di liquido infiammabile e cartoni accatastati per rendere più efficace il danneggiamento. In contrada Zabbia sono giunti anche i carabinieri della compagnia di Monreale, che adesso conducono le indagini. Il rogo rischia di compromettere seriamente la sopravvivenza della ditta: «Quindici compattatori erano stati acquistati ad aprile – fanno sapere dall’azienda -. Gli altri erano usati, ma comunque in buone condizioni». Si tratta di mezzi non coperti da assicurazione per incendio. «Venti furgoni sono stati completamenti distrutti e sono da buttare – racconta un dipendente -. Altri due invece sono stati seriamente danneggiati». Non è stata ancora stata fatta una stima precisa dei danni, che si aggirerebbero però attorno agli 800 mila euro. In passato era toccato anche alla «Co.ge.si.»: nel 2016 ignoti cercarono di incendiare i mezzi dell’impresa custoditi sempre nello stesso deposito incendiato ieri notte. Qualche tempo dopo l’impresa subì anche dei furti di carburante. Gli episodi furono denunciati ai carabinieri. Nel dicembre 2017, a Motta D’Affermo nel Messinese, venne inoltre danneggiato un mezzo della ditta jatina che lì gestiva il servizio di raccolta dei rifiuti. La ditta «Co.ge.si.» da settembre è però ferma perché ha ricevuto una interdittiva antimafia da parte della Prefettura. Il sospetto è che possa avere subito ingerenze della criminalità organizzata. Da qui il provvedimento che impedisce la prosecuzione dei rapporti tra l’impresa e la pubblica amministrazione. La ditta ha fatto sapere di aver presentato la richiesta di sospensiva del provvedimento e il 10 ottobre è prevista l’udienza di discussione al Tar. Un mese prima dell’interdittiva la ditta ha però ceduto un ramo d’azien – da alla «Eco Industry srl». L’impresa che ha poi partecipato alla gara per la raccolta dei rifiuti a San Cipirello e San Giuseppe Jato, ed è risultata aggiudicataria provvisoria. Un appalto per 51 giorni, che potrebbero però essere prorogati in attesa dell’aggiudicazio – ne del servizio per 9 mesi. In ballo, nei due paesi limitrofi, ci sono complessivamente un milione e 200 mila euro. A partecipare alla gara per 51 giorni erano state, oltre alla «Eco Industry srl», altre tre ditte: due locali, la «Costruzioni & Ambienti» e la «Fl Mirto srl», entrambe di San Cipirello; e la «Agesp» di Castellammare del Golfo. Le due ditte sancipirellesi erano state però escluse per mancanza di requisit i. I mezzi dati alle fiamme ieri erano euro 6, pare uno dei requisiti tecnici risultati determinanti per l’aggiudicazione temporanea dell’appalto. Chi li ha voluti danneggiare ha lanciato un chiaro messaggio all’impresa e non solo.