Partinico, confiscata una villa al “re del calcestruzzo” di Borgetto
Confiscata una mega villa con piscina, area spa e boschetto privato a Partinico, per un valore totale di circa 4 milioni di euro, a Benedetto Valenza, 57 anni, imprenditore edile di Borgetto, considerato il “re del calcestruzzo” ed esponente storico della famiglia mafiosa locale. Il provvedimento, eseguito dalla guardia di finanza di Palermo, è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale su richiesta della procura. La villa confiscata ha una superficie di circa seicento metri quadrati, 22 vani, un parco di 1,5 ettari e una piscina lunga 22 metri e larga 11. La decisione della sezione misure di prevenzione arriva “alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti”, come spiegano le fiamme gialle. Valenza, già coinvolto in alcuni processi di mafia, è figlio di Salvatore e nipote di Erasmo Valenza, esponenti dalla famiglia mafiosa di Borgetto e vittime di lupara bianca in quanto legati al gruppo del boss Gaetano Badalamenti. L’imprenditore nel 2001 aveva già subito una prima confisca di beni a seguito di una indagine da cui era emersa la sua vicinanza ai fratelli Vitale di Partinico. Fin dagli anni ’90, Valenza era considerato l’imprenditore di riferimento, per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di “cosa nostra”. Nonostante le varie inchieste giudiziarie a suo carico, secondo la Guardia di Finanza, Benedetto Valenza sarebbe riuscito comunque a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando fittiziamente beni e società a vari prestanome e gestendo, in tal modo, 5 impianti di calcestruzzo ed una società di trasporto merci dislocati tra le province di Palermo e Trapani. Successivamente, nel 2008, si è reso responsabile di 4 delitti di intestazione fittizia di beni, per i quali ha riportato una condanna definitiva con sentenza della Corte di Appello di Palermo divenuta irrevocabile nel .2011, nell’ambito di indagini dalle quali, tra l’altro, erano emersi il controllo esercitato dalla mafia sugli appalti pubblici nella Sicilia occidentale e l’utilizzo di cemento depotenziato per la realizzazione delle opere, allo scopo di incrementare i profitti. Ulteriori indagini condotte tra il 2014 ed il 2016 hanno permesso alle Fiamme Gialle del G.I.C.O. di Palermo di eseguire, nell’ottobre del 2016, il sequestro della villa che oggi gli viene definitivamente confiscata. Proprio grazie a questi ultimi approfondimenti investigativi, svolti anche attraverso l’analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri, si è riusciti a dimostrare che la costruzione della villa sia in realtà avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale. Per tale motivo, ed alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti concomitante con le manifestazioni di pericolosità sociale del Valenza, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha ritenuto che ricorrono tutti i presupposti per disporre la confisca della villa e di tutte le sue pertinenze quantificati per un valore di circa 4 milioni di euro.