Asp 6, stabilizzazione precari: “antisindacale” il comportamento dell’Ass,re Reg. Razza
“E alla fine l’assessore è andato via”. Potrebbe sembrare uno slogan, invece è stato come l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha pensato bene di reagire nei confronti dei 647 contrattisti amministrativi precari dell’ASP di Palermo che attendono ormai da tempo immemore la stabilizzazione, così come prevede la legge emanata dal ministro Marianna Madia che punta a eliminare tutte le situazioni di precarietà storicizzata. Il termine eliminare, però, per qualcuno è stato preso veramente alla lettera, pensando bene che forse ci fossero le condizioni per bypassare le norme di legge e inserire nuove figure. «La cosa paradossale – afferma Giuseppe Forte, rappresentante FIALS ASP Palermo, unico sindacato insieme anche alla CISAL a combattere per i precari dell’ASP Palermo – è che l’assessore Razza si è meravigliato della manifestazione, della quale invece era stato ampiamente informato chiedendo il suo intervento autorevole. Poco importa, però. La cosa importante è che noi abbiamo dichiarato antisindacale il suo comportamento perché la disposizione nazionale prevede il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali per stabilire preventivamente i criteri e le forme di trasparenza. Cosa che non si è fatta assolutamente. L’ASP ha assunto un debito passivo nei confronti di questi lavoratori, vincolando ai tempi il rapporto economico. Ci sono, quindi, delle responsabilità ben precise. Non si è, poi, proceduto al censimento dei carichi di lavoro, come previsto dalla legge Madia, perché bisognerebbe chiedere ai capi distretto cosa fa ogni singolo lavoratore. Complicato, ci rendiamo conto. Ora, la dott.ssa Faraoni vuole applicare la legge Madia solo per 386 soggetti. Forse per prendere la massa finanziaria destinata agli altri lavoratori e indire concorsi pubblici? Ci sembra improponibile. I lavoratori non ce la fanno più e noi siamo con loro per l’affermazione dei loro diritti e la tutela e garanzia del posto di lavoro di tutti i contrattisti; non solo per l’esiguo numero di 386. Non avendo ricevuto le risposte che volevamo, proseguiremo nella nostra azione di lotta, programmando altri due giorni di sciopero a novembre. Chiediamo anche l’autorevole intervento del Presidente della Regione, in difesa e in applicazione delle norme promulgate dall’Assemblea Regionale in materia di stabilizzazione del precariato storico. Le regole sono regole, le leggi sono leggi. I diritti sono diritti».