Voto di scambio, chiesto il rinvio a giudizio per il deputato FI Stefano Pellegrino
Chiesto dai Pm della Dda di Palermo il rinvio a giudizio del deputato regionale di Fi ed ex componente della commissione Antimafia Stefano Pellegrino, accusato di corruzione elettorale in concorso. Il parlamentare è rimasto coinvolto, alcuni mesi fa, nell’inchiesta Mafia Bet, insieme agli imprenditori in odor di mafia trapanesi Mario Giorgio e Calogero Luppino. Questi ultimi, per i quali è stato pure chiesto il processo, avrebbero comprato raccattato le preferenze elettorali in favore di Stefano Pellegrino, eletto all’Ars con più di 7 mila voti, distribuendo pacchi di generi alimentari. L’indagine è coordinata dall’aggiunto della Dda Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Francesca Dessì. L’udienza preliminare sarà celebrata il 4 novembre davanti al gup Filippo Lo Presti. Secondo l’accusa, in prossimità delle ultime elezioni regionali del 2017, Pellegrino, di origine marsalese, incontrò Giorgio e Luppino per chiedere sostegno elettorale. Calogero John Luppino è um imprenditore nel settore delle scommesse e, insieme allo zio Salvatore Giorgi, detto Mario, animava all’epoca un movimento politico di Campobello di Mazara. Intercettato, Pellgrino avrebbe detto che entrambi fossero stati “quelli di Campobello che mi hanno aiutato e che potranno avere qualche incarico in tre o quattro enti”. «Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale – ha replicato il deputato regionale che, all’indomani dell’avviso di garanzia si era dimesso dalla commissione antimafia. – Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme e delle regole etiche. Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico. Peraltro, i quarant’anni di stimata ed apprezzata professione di avvocato mi consentono di respingere ogni illazione e di sopportare la gratuita gogna mediatica a cu sono sottoposto”. “Dall’esame degli atti depositati dalla stessa Accusa – aggiungono inoltre i Legali – riteniamo provata l’assoluta estraneità del nostro Assistito rispetto al fatto contestatogli. Provvederemo a depositare al GIP di Palermo memoria difensiva con la quale chiederemo che non si faccia luogo al rinvio a giudizio richiesto dal PM”.