Aeroporto Falcone e Borsellino, cane fiuta soldi: in 26 viaggiavano con 160 mila euro
Non pagavano le tasse in Italia e portavano via dal Paese i loro guadagni in contanti nascondendoli nei bagagli durante i loro viaggi. Lo hanno scoperto i finanzieri della Compagnia di Palermo-Punta Raisi e i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Palermo, che hanno denunciato alcuni imprenditori cinesi che operano sul territorio siciliano.
L’operazione è scattata all’aeroporto grazie a controlli valutari mirati nei confronti di imprenditori già segnalati per i debiti erariali.
I finanzieri, verificata l’esecuzione di frequenti viaggi, hanno atteso in aeroporto i soggetti in partenza dallo scalo Falcone Borsellino e lì hanno fatto scattare i controlli anche con l’ausilio del neo-assegnato cash dog “Goro”, un cane specializzato nel contrasto al traffico di valuta, addestrato per fiutare il denaro.
I finanzieri così hanno trovato banconote di grosso taglio occultate nei doppi fondi delle valigie e tra gli effetti personali.
I denunciati si sono giustificati sostenendo che i soldi servissero al pagamento in contanti a proprietari di abitazioni prese in affitto per i soggiorni nel periodo estivo. Nei confronti dei proprietari degli immobili, tutti italiani, sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Finanza per verificare la eventuale corresponsione di canoni di locazione in nero.
L’utilizzo del cane fiuta soldi si è rivelato particolarmente prezioso in due distinti interventi nei confronti di passeggeri in transito, consentendo di rinvenire denaro contante per circa 25 mila euro.
Nel primo caso, il sequestro è avvenuto nei confronti i due coniugi di etnia cinese, in procinto di lasciare il Paese portando al seguito banconote per oltre 11 mila euro, risultati, dalle Banche dati in uso alla Finanza, debitori dell’Erario per un importo superiore a 700 mila euro. La valuta era stata volutamente divisa tra i due coniugi al fine di eludere i controlli e non essere obbligati a presentare la prevista dichiarazione doganale per i movimenti transfrontalieri di denaro contante superiori a 10 mila euro.
L’altra operazione è stata effettuata nei confronti di un italiano, proveniente dal Belgio, che aveva con sé denaro contante per oltre 13 mila euro senza averlo dichiarato alle Autorità competenti: violazione che prevede una sanzione amministrativa pecuniaria che può arrivare al 50% dell’eccedenza che si tenta di trasferire e comportare il sequestro fino al 50% di tale importo. Il contravventore, in questo caso, ha optato per l’oblazione immediata pagando la sanzione di 200 euro.
Complessivamente sino ad oggi, sono stati controllati circa 700 passeggeri in transito, denunciate 26 persone all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed autoriciclaggio e sequestrati circa 160 mila euro.
Inoltre, durante gli interventi sono stati verbalizzate persone che avevano al seguito assegni per oltre 230 mila euro irregolarmente emessi (privi della data di emissione piuttosto che del soggetto giuridico o persona fisica beneficiaria) in violazione della normativa vigente sull’imposta di bollo ed antiriciclaggio.