Partinico, finisce in procura la nota di un dirigente su “dipendenti intoccabili”
Finisce in Procura una lettera firmata dal responsabile del settore dei servizi sociali Nunzio Lo Grande inviata al Presidente del Consiglio Comunale Silvana Italiano. La missiva, per conoscenza, è stata pure inviata dal Commissario Straordinario Rosario Arena alla Prefettura di Palermo. Nel documento, il dirigente comunale, evidenzia presunte «malattie fasulle» dei dipendenti della casa di riposo «Canonico Cataldo» che, lo stesso, avrebbe definito «intoccabili» e «protetti» da politici. Affermazioni gravissime di cui Lo Grande – come ha dichiarato il Commissario Arena – dovrà assumersi la responsabilità. Saranno gli organi preposti a fare chiarezza in merito e, mi auguro che, quanto scritto da Lo Grande possa essere provato, anche se, prima di metterlo nero su bianco avrebbe dovuto parlarne con me”. Il Presidente del Consiglio Comunale, Silvana Italiano, sull’argomento, ha convocato per domani una seduta straordinaria del massimo consesso civico, richiesta da diversi esponenti d’aula. Decisione non condivisa da Arena, secondo cui non esiste in questo caso, il motivo eccezionale di tale seduta consiliare, quindi in in palese violazione del testo unico degli enti locali. “Mi chiedo di cosa il consiglio debba discutere – ha dichiarato Rosario Arena al Giornale di Sicilia – rispetto alla lettera del responsabile di Settore». I nove consiglieri comunali che hanno avanzato richiesta hanno voluto convocare la seduta con all’ordine del giorno il tema sull’utilizzo del personale comunale in ragione della relativa mansione e necessità organizzative del Comune. Il caso è scoppiato per quel che concerne il servizio di pulizia al secondo piano dell’immobile in cui si trova la casa di riposo, non garantito per diversi giorni per una doppia malattia delle due dipendenti: prima quella della «titolare» e poi persino della sua sostituita. Un doppio certificato che ha fatto scattare l’indignazione di Nunzio Lo Grande, il quale ha deciso di scrivere la lettera di fuoco inviata in seguito ad un vertice che era stato convocato al Comune per discutere proprio delle diverse disfunzioni collegate alla casa di riposo, su cui da mesi è aperto un dibattito per l’eventuale concessione ad esterni della sua gestione. Nel documento, Lo Grande fa chiaramente intendere che le due certificazioni di malattia sono quantomeno «sospette», sostenendo che “la dipendente abbia avuto un diverbio con un utente della casa di riposo ed a seguito dell’individuazione del sostituto è arrivata un’ulteriore certificazione di malattia coincidente dopo la notifica dell’ordine di servizio». Lo Grande avrebbe inoltre sostenuto di essere “impossibilitato ad assicurare la gestione di alcuni servizi. Dove c’è da lavorare, e quindi da sgobbare è impossibile trovare unità in quanto subito dopo ammalati, parenti di politici e pertanto intoccabili, unità ritenute o divenute indispensabili dietro una scrivania e pertanto non è possibile farli ritornare a servizi manuali”.