New Connection, la morte di Frank Calì preoccupo’ il clan di Passo di Rigano
L’omicidio di Frank Calì, il nipote acquisito di Tommaso Inzerillo, ferito in un agguato che, lo scorso 14 marzo, gli venne teso da uno squilibrato davanti la sua residenza di Staten Island, a New York, e deceduto poche ore dopo in ospedale, avrebbe particolarmente preoccupato il clan di Passo di Rigano che, voleva addirittura mandare un uomo di fiducia in America per capire cosa si celasse dietro il delitto. Cosa Nostra temeva per i propri affari avviati con gli Stati Uniti ma anche di ritrovarsi coinvolti in una faida interna. Il particolare è emerso dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali rilevate dalla squadra mobile di Palermo e dell’Fbi, nell’ambito dell’inchiesta New Connection. A fugare ogni dubbio ci avrebbe pensato Santo Salvatore Spatola che, in diverse conversazioni telefoniche e video chiamate fatte dallAmerica in Italia, al fratello Giuseppe, rassicurò il clan. Ad uccidere Frank Calì, fu Anthony Comello, un giovane che venne arrestato il 17 marzo, che con la mafia pare non c’entrasse nulla. Il delitto, infatti, sarebbe scaturito dal parere contrario di Calì alla relazione tra l’assassino che, pare avesse problemi comportamentali, e una sua nipote. Un rapido risultato investigativo che tranquillizzò Tommaso Inzerillo. Francesco Paolo Augusto Calì, chiamato Franky o Frankyboy, era già stato arrestato nel 2008 a New Yorl, nell’ambito dell’operazione «Old Bridge». L’uomo era sposato con Maria Rosaria Inzerillo, chiamata «Rosanna», nipote di Tommaso Inzerillo ed era il capo del clan statunitense dei Gambino, la più potente organizzazione mafiosa degli Stati Uniti. Frankie Calì avrebbe finanziato diverse attività imprenditoriali avviate a Palermo dal clan di Passo di Rigano, molte delle quali finite sotto sigillo con l’operazione New Connection.