San Cipirello, omicidio Agnello: potrebbe essere stato usato come prestanome
Proseguono le indagini per fare luce sulla morte di Nunzio Agnello. Sabato è stata posta sequestro la palazzina di via IV novembre e sono stati sentiti a lungo i familiari. Tra questi il fratello Giuseppe, che sembra sia stato l’ultimo a vederlo giovedì sera, quando la vittima è uscita di casa a piedi per un appuntamento, così avrebbe detto, con un amico. Ed il primo a vederlo morto sabato alle 5 del mattino. L’ipotesi finora più accreditata è che il quarantunenne sia stato ucciso di botte e poi lasciato davanti l’immobile al civico 62 di via IV novembre. Bisogna adesso scoprire chi sia stato e il perché. A condurre l’attività investigativa sono i carabinieri della compagnia di Monreale, col coordinamento della Procura di Palermo. Ma sabato mattina, sul luogo del ritrovamento del cadavere, c’e r ano anche gli agenti della polizia di Stato. Perché sono tanti gli occhi puntati su una vicenda che ha scosso la comunità sancipirellese. La vittima due settimane prima era stata, infatti, fermata dagli uomini della Questura di Palermo per un presunto tentativo di truffa. Con lui c’erano un familiare ed un socio occulto: un sancipirellese residente a Partinico, volto noto alle forze dell’ordine. I tre stavano tentando di accedere ad un finanziamento. Sembra che Nunzio Agnello facesse parte, come prestanome, di un giro molto più grosso di lui, che era invece fragile nel fisico e nella psiche. Un insospettabile a cui risulta intestata un’impresa edile dal 2017. Ma chi lo conosceva bene sa però che Nunzio, detto Marzio, non aveva alcuna familiarità né coi cantieri né col cemento. Aveva studiato arte e coltivava altre passioni. Per questo forse era stato scelto per diventare una «testa di legno». Una testa che qualcuno tra giovedì e venerdì ha percosso a morte. Sul corpo sono presenti una ferita alla fronte e lesioni alle braccia e al volto. Ma sarà l’autopsia, disposta dalla Procura, a chiarire le cause del d e ce s s o. Intanto i carabinieri della compagnia d Monreale e la scientifica hanno a lungo ispezionato anche l’interno della palazzina di via IV novembre in cerca di possibili tracce ematiche o di colluttazione. L’immobile è stato posto sotto sequestro. Il corpo era stato ritrovato dal fratello nel marciapiede antistante la palazzina disabitata di proprietà della famiglia Agnello. Il corpo giaceva per terra tra l’ingresso ed un muretto in mattoni e cemento che ne occultava parzialmente la vista. Il cattivo odore emanato dal cadavere fa presupporre che il decesso sia avvento tra 24 e 12 ore prima del ritrovamento. Accanto c’era lo zainetto di colore nero che Nunzio portava sempre con sé. Una delle ipotesi è che l’uomo sia stato ucciso tra giovedì e venerdì e, successivamente, il corpo gettato davanti l’immobile. Forse per dare un chiaro segnale a qualcuno. La ditta intestata ad Agnello nei mesi scorsi avrebbe acquistato materiale per un subappalto nel cantiere per la realizzazione di un campetto di calcio comunale. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le relazioni del quarantunenne le cui preferenze sessuali, però, non sono mai state un mistero. Come lo è invece il giro di affari portato avanti per conto di altri.