Carini, tracce di acido sul corpo di Anna Maria Scavo. Svolta nelle indagini.
Una siringa con dell’acido. E’ stata rinvenuta dai carabinieri della compagnia di Carini sul luogo del delitto. Si complica, così la posizione di Marco Ricci, l’uomo accusato di avere ucciso, sabato scorso, con un taglierino, l’ex moglie Anna Maria Scavo, all’interno del negozio di C.so Italia, a Carini, in cui la donna lavorava come commessa. Il medico legale ha accertato che, la sostanza, si trovasse pure sul volto e all’interno della bocca della vittima. Circostanza che fa pensare che l’uomo abbia tentato di sfregiare la ex. Il Gip, su richiesta del procuratore aggiunto Annamaria Picozzi, ha convalidato il fermo dell’uomo, accusato di omicidio volontario, e ha disposto la custodia cautelare in carcere. Al delitto ha assistito il figlio quattordicenne della coppia che si era fatto accompagnare dal padre per incontrare la madre il giorno dell’omicidio. Sia il ragazzo che Ricci hanno raccontato che nel corso dell’incontro la donna aveva avuto una discussione col figlio e lo aveva aggredito col taglierino. Il padre, secondo questa versione, sarebbe intervenuto in difesa del ragazzo, ferendo alla gola accidentalmente e uccidendo la ex moglie. La versione, anche alla luce dell’esame autoptico non convince gli inquirenti che hanno trasmesso il fascicolo alla procura dei minori perché valuti la posizione dell’adolescente. Le indagini dei carabinieri della sezione investigazione scientifiche del nucleo investigativo di Palermo hanno fatto emergere diverse contraddizioni. Di taglierini sul luogo del delitto ne sono stati trovati tre e uno addosso all’ex marito. Anche sui tempi e le modalità sono diversi i dubbi che dovranno essere chiariti dalle indagini. Padre e figlio prima di chiamare i soccorsi avrebbero avuto tutto il tempo di concordare su quello da riferire agli investigatori. Nelle tasche del ragazzino, inoltre, sono stati trovati soldi e scontrini del negozio in cui la vittima lavorava: circostanza che fa pensare che si sia impossessato di quanto c’era nella cassa. L’indagine è coordinata, oltre che dall’aggiunto, che è anche coassegnatario, dalle pm Maria Rosaria Perricone e Giulia Beux.