Carini, omicidio Anna Maria Scavo, riflettori puntati sul rapporto padre-figlio. Stasera fiaccolata a Capaci
Con una celebrazione eucaristica ed una fiaccolata, la Consulta delle Donne di Capaci, stasera ricorderà Anna Maria Scavo, la donna uccisa a Carini una settimana fa per mano dell’ex marito, alla presenza del figlio quattordicenne. La messa verrà officiata in Chiesa Madre alle 20,00, mentre alle 21, partirà il corteo che, l’organismo civico, con il sostegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Puccio, ha voluto organizzare per manifestare vicinanza alla famiglia della vittima di femminicidio che, risiedeva nella cittadina balneare, prima di lasciare il marito e trasferirsi a Palermo a casa del padre. Intanto, nell’ambito delle indagini sul delitto, avvenuto sabato scorso nel negozio di corso Italia in cui Anna Maria Scavo lavorava, gli investigatori stanno scavando sul rapporto padre-figlio. Marco Ricci, accusato di avere ucciso l’ex moglie, avrebbe un forte legame con il figlio che, da subito, ha fornito ai carabinieri della compagnia di Carini le stesse identiche dichiarazioni rilasciate dal padre ma che, farebbero acqua da tutte le parti. L’acido, le immagini delle telecamere e le testimonianze, sarebbero in antitesi con il loro racconto. Il ragazzo aveva in tasca dei soldi sporchi di sangue e degli scontrini del negozio di calzature dove la donna è stata uccisa. Ciò vorrebbe dire che nella concitata fase dell’aggressione e della difesa, come da loro ricostruita, il giovane avrebbe avuto il tempo e la volontà di prendere il denaro. Il medico legale nel corso dell’autopsia ha trovato lacerazioni da acido sul volo e nella gola della vittima e, nel locale è stata trovata anche una siringa con dentro la sostanza tossica. Gli investigatori non avrebbero dubbi sul fatto che sia stato Marco Ricci a portare l’acido in negozio. Lo avrebbe trasportato nel sacchetto che teneva in mano quando è stato inquadrato da una telecamera al suo arrivo in corso Italia. Voleva forse sfregiare l’ex moglie? E cosa si sarebbero detti padre e figlio quando sono rimasti da solo nel retrobottega, davanti al corpo senza vita di Anna Scavo, prima che arrivassero i soccorsi? Interrogativi leciti a fronte dei riscontri investigativi, ragion per cui la Procura dei minori sta adesso vagliando la posizione del figlio quattordicenne che ha raccontato di essere stato difeso dall’aggressione della madre. Tra Marco Ricci e suo figlio sono uniti da un forte legame, tant’è che il minore scelse di continuare a vivere con il padre quando Anna Maria Scavo decise di lasciare il marito. Inoltre, nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, Marco Ricci avrebbe chiesto notizie sullo stato di salute dell’ex moglie. E’ stato lui a chiamare i soccorsi dicendo che la donna stesse male. Secondo il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e i sostituti Giulia Beux e Maria Rosaria Perricone, l’uomo avrebbe recitato la propria parte fino in fondo ma, le prove raccolte avvalorano la tesi che sia stato lui ad uccidere la donna con due profonde ferite alla gola inferte con uno dei tre taglierini trovati sul pavimento e nelle sue tasche.