Carini, l’ultimo saluto ad Anna Maria Scavo. L’ex marito rinchiuso al Pagliarelli
Una folla commossa ha partecipato stamani all’ultimo saluto di Anna Maria Scavo, la 36enne di Carini che, sabato scorso, è stata sgozzata con un taglia balsa dall’ex marito Marco Ricci, finito ieri in stato di fermo con l’accusa di omicidio. Sul feretro la sua foto con accanto la scritta “Ciao raggio di sole, è così che ti definivano tutti. Sei stata una grande guerriera, hai avuto la forza per affrontare tutto ciò con il tuo sorriso e con la tua forza. Hai lottato per combattere un mostro. Adesso seguirai la luce di Dio per potere riposare in pace. Ciao Annuccia“. Intanto, secondo gli investigatori, la donna potrebbe avere tentato una fuga disperata, prima di essere uccisa. Il suo corpo senza vita sarebbe stato trovata in un ripostiglio sul retro del negozio di calzature di Corso Italia in cui la vittima lavorava. Da qui l’ipotesi dei carabinieri della compagnia di Carini che, la donna possa avere tentato di scappare senza riuscirci. Marco Ricci ha raccontato che sarebbe stata l’ex compagna a ferire prima il figlio 14enne che ha assistito alla macabra uccisione e, poi lui alle braccia. Versione confermata dal minore che, da subito non ha convinto gli investigatori. Dichiarazioni che per gli inquirenti i due potrebbero avere concordato per sviare le indagini. Anna Maria Scavo era una donna minuta, impossibile, secondo gli investigatori che possa essere stata in grado di sopraffare un uomo più forte di lei. Altro particolare che non è sfuggito agli inquirenti è il numero dei taglierini utilizzati durante la colluttazione. I militari ne hanno trovati tre: uno sotto il cadavere, l’altro a terra nel negozio e il terzo in tasca a Ricci. Infine, i due tagli profondi alla gola, provocati dal fendente del taglia balsa impugnato dall’uomo, sembrano il frutto di una precisa volontà omicida piuttosto che la reazione di un uomo che si difende. Troppe incongruenze tra il racconto dell’indagato e l’esame della scena del delitto. Ricci, assistito dall’avvocato Giuseppe Siino, è stato condotto nel carcere di Pagliarelli, mentre il figlio è stato affidato alla nonna paterna, con la quale vive da circa un anno, in una palazzina di Capaci, dopo la separazione dei genitori. Un edificio in cui abitava anche Ricci e, la sorella della vittima che convive con un fratello dell’indagato. Resta un giallo il motivo dell’omicidio, sfociato comunque a seguito delle continue tensioni determinate dalla rottura della coppia. Ricci oggi dovrebbe comparire davanti al gip per la convalida del fermo.
(foto Livesicilia)