Partinico. Presunte violenze in una scuola, processo da rifare contro tre maestre
Si dovrà celebrare un nuovo processo per le tre maestre accusate di maltrattamenti nei confronti di alunni di sei anni, compreso un bambino disabile, della scuola “Capitano Polizzi” di Partinico. Dopo la condanna a tre insegnanti che avevano scelto il rito abbreviato e dopo la riduzione della pena ottenuta in appello, ora la Cassazione annulla tutto. Si dovrà celebrare quindi un nuovo processo di secondo grado. La Guardia di finanza di Partinico aveva arrestato le tre insegnanti della scuola elementare del paese per maltrattamenti nei confronti dei propri alunni, aggravati dall’aver commesso il fatto con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione e di averli compiuti nei confronti di minori ed all’interno di un istituto d’istruzione. Erano stati alcuni genitori dei minori a permettere l’inizio delle indagini, riferendo atteggiamenti dei propri figli che lasciavano intendere comportamenti non del tutto corretti durante le attività in aula.
L’insegnante di sostegno, Vita Fuoco, e le maestre Francesca Orlando e Giuseppa Mattina finirono agli arresti domiciliari il 28 settembre del 2016, dopo essere state intercettate dalle telecamere piazzate nella scuola dalla Guardia di Finanza. I PM avevano parlato di “cruda cattiveria” e di gesti “inqualificabili in quanto posti in essere nei confronti di un bimbo disabile. Le tre imputate, difese tra gli altri dagli avvocati Miriam Lo Bello, Vincenzo Giambruno, Enrico Sanseverino e Salvatore Bonnì, hanno sempre negato di aver picchiato e maltrattato i loro alunni, rimarcando come quella sarebbe stata “una classe molto vivace”. In primo grado furono inflitti tre anni e mezzo per Fuoco, tre anni e quattro mesi per Orlando e tre anni e due mesi per Mattina. Il giudice aveva riconosciuto provvisionali per 55 mila euro ai quattro alunni che si erano costituiti parte civile. In appello diversi capi d’imputazione erano caduti e le pene erano state significativamente ridotte, rispettivamente a un anno e dieci mesi, un anno e otto mesi e un anno e mezzo. Le tre insegnati avevano anche ottenuto la condizionale. Infine anche i risarcimenti alle presunte vittime erano stati ridotti a ventimila euro. Ora arriva il verdetto della Cassazione che annulla tutto. Si celebrerà un nuovo processo d’appello.
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