Partinico, mensa troppo cara. Primi tagli alla casa di riposo
Addio alla cucina interna per concretizzare i primi «risparmi» programmati attorno alla casa di riposo «Canonico Cataldo». Con un sindaco che si è dimesso appena qualche giorno fa, e che non ha nascosto che uno dei motivi principali è legato proprio alle polemiche che si sono innescate attorno alla struttura, gli uffici stanno dando seguito alle indicazioni dell’amministrazione comunale date già prima ancora della formalizzazione delle dimissioni dell’oramai ex primo cittadino di Partinico, Maurizio De Luca.
Così come indicato nella delibera di giunta dell’aprile scorso si sta procedendo alla valutazione in via preliminare dell’affidamento della fornitura dei pasti. Di conseguenza si chiuderà la cucina interna che tra cuoco, aiuto cuoco e derrate alimentari costava all’incirca ogni anno 140 mila euro, al netto poi di altre spese di gestione collegate alla preparazione dei pasti. Con questa operazione della mensa esterna, secondo i calcoli fatti dagli uffici, si spenderà non oltre i 120 mila euro annui da cui si spera di arrivare ad ulteriori economie.
Un primo risparmio a cui dovrà far seguito, sempre sulla base delle indicazioni date dalla giunta, alla dismissione di 6 operatori Osa attualmente in servizio che saranno sostituiti entro i prossimi 6 mesi da altrettanti dipendenti comunali opportunamente formati, e qui il contenimento sarebbe pari a 254 mila euro. «Al fine di evitare la chiusura della struttura – scrive il responsabile del Settore dei Servizi sociali da cui dipendente la casa di riposo, Nunzio Lo Grande -, con grave danno per gli anziani ospiti della casa di riposo e di assicurare la continuità del funzionamento della stessa in favore degli anziani medesimi, devono essere adottate le specifiche attività gestionali finalizzate a garantire le attività a favore degli utenti senza soluzione di interruzione e discontinuità». È stata quindi effettuata una prima indagine di mercato ed è stato stabilito di fissare in 13 euro, più Iva, i pasti giornalieri (colazione, pranzo e cena) per ogni singolo utente.
Sarà effettuata una gara d’appalto con procedura d’urgenza che prevede l’assegnazione della consegna dei pasti per tre mesi con l’opzione di una proroga per ulteriori 3 mesi. Sulla casa di riposo si sono consumati fortissimi scontri politici, con l’amministrazione comunale che per ben due volte è caduta in consiglio comunale vedendosi bocciare la delibera per l’esternalizzazione della gestione. L’opposizione, che nel frattempo è divenuta la nuova maggioranza nell’assise, ha sempre respinto questa opzione di dare tutta la struttura in mano ai privati.
Il governo cittadino, invece, ha evidenziato che la scelta era quasi obbligata a causa della dichiarazione di dissesto finanziario e degli alti costi a carico del Comune, che ammonterebbero a circa mezzo milione di euro l’anno. Un durissimo botta e risposta che alla fine ha visto passare la linea del consiglio ma di contro il governo cittadino ha avviato una totale internalizzazione per comprimere al massimo i costi: da qui la decisione di dismettere alcune figure professionali.
Da considerare che alla bocciatura dell’ esternalizzazione della gestione lo stesso responsabile del settore Servizi sociali aveva proposto di proseguire con la gestione consolidata degli anni passati ma è arrivato il parere negativo del ragioniere del Comune, Giuseppe Misuraca, per mancata «adozione di idonee misure di contenimento della spesa e razionalizzazione delle entrate». Parere che sarebbe dettato dal fatto che dall’ottobre scorso il Comune è stato dichiarato per l’appunto in dissesto finanziario. L’amministrazione comunale è corsa subito ai ripari: con una gara informale, che si è chiusa in pochi giorni, ha assegnato l’attuale assetto gestionale alla cooperativa «Dolce vita» di Partinico. Dopodiché è stato stabilito di tagliare anzitutto la cucina interna ed entro l’anno di arrivare anche a sostituire con personale interno del Comune gli attuali operatori Osa in servizio.