Alcamo. Inquinamento ambientale e traffico illecito di rifiuti, arrestati due netturbini
Avrebbero sversato in un terreno i liquami prodotti della spazzatura. Sono finiti ai domiciliari due dipendenti dell’Energeticambiente, la società che ad Alcamo si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Altre otto persone sono indagate per aver collaborato alle attività illecite e la stessa società è stata denunciata.
A scoprire il presunto sistema illecito sono stati i Carabinieri forestali di Palermo che hanno piazzato delle telecamere nascoste e beccato i responsabili anche tramite intercettazioni telefoniche.
Gli operatori della nettezza urbana sono stati immortalati mentre sversavano in un terreno di Partinico i liquami prodotti dalla frazione organica dei rifiuti e la terra raccolta dal servizio di pulizia delle strade.
Così, dopo le indagini condotte delle forze dell’ordine, questa mattina, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, sono scattati gli arresti domiciliari nei confronti di Giovanni Maria Picone e Benedetto Cottone, rispettivamente responsabile operativo per l’Italia meridionale e procuratore capo cantiere della Energeticambiente.
Le ipotesi di reato sono quelle di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di inquinamento ambientale.
Le condotte hanno consentito, da una parte, un illecito abbattimento dei costi in favore della società, dall’altra, un evidente inquinamento ambientale.
L’area dove sarebbero stati sversati i liquami, in passato era utilizzata come deposito aziendale, ma recentemente impiegata – scrivono i carabinieri – come centro occulto di stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali ed urbani pericolosi e non pericolosi.
Oltre agli arresti, sono state effettuate alcune perquisizioni al municipio di Alcamo e nelle sedi della società tra le province di Palermo e Trapani. E’ scattato anche il sequestro preventivo del terreno, di dieci autocarri e numerosi documenti.
L’indagine è soltanto all’inizio. I carabinieri annunciano ulteriori ipotesi di reato relativi ad una possibile violazione della gara di appalto per la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti ad Alcamo.