Alcamo. Indagine rifiuti, gli indagati sospettavano di essere controllati

Sospettavano di essere finiti nel mirino dei carabinieri, i dipendenti di Energetikambiente accusati di smaltimento illecito dei rifiuti. E’ quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che nei giorni scorsi hanno portato ad un blitz con due persone agli arresti domiciliari e sei indagati a piede libero, in merito alla gestione dei rifiuti ad Alcamo.

Come è noto, si tratta solo della prima parte dell’inchiesta: i carabinieri del Nucleo forestale infatti hanno già annunciato ulteriori sviluppi nella vicenda.

Dalle immagini registrate dalle telecamere di vidosorveglianza di vedono i dipendenti mentre scaricano il percolato sul terreno di contrada Piano Milano a Partinico, area utilizzata come deposito mezzi dell’Energetikambiente.

La vegetazione intorno all’area era completamente secca – scrivono gli investigatori – probabilmente per lo sversamento del liquido altamente inquinante.

Secondo le indagini, il percolato veniva rilasciato in grande quantità, tanto che ci volevano fino a tre giorni per essere completamente assorbito dal terreno.

Restano ai domiciliari Giovanni Maria Picone e Benedetto Cottone, rispettivamente responsabile operativo per l’Italia meridionale e procuratore capo cantiere della Energeticambiente.

Le ipotesi di reato sono quelle di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di inquinamento ambientale.

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