Abusi sessuali. I racconti delle vittime di Carini e Montelepre
Sono numerose le testimonianze di ragazzine che hanno raccontato ai carabinieri della stazione di Montelepre di essere rimaste vittime di Salvatore Randazzo, il 61enne di Carini arrestato nei giorni scorsi per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e per abusi sessuali insieme alla giovanissima Martina Spinnato di appena 19 anni. Nell’inchiesta è coinvolto pure Giuseppe Scortino, il nipote del bandito Giuliano che è finito ai domiciliari. A Carini, a Randazzo veniva riconosciuta la capacità di essere un esorcista, un santone che riusciva a scacciare il male e guarire dalle malattie. Per gli investigatori tutti riti a sfondo sessuale che lo hanno portato in carcere.
Un rito di una ventina di minuti, mascherato da “purificazione” ma a tutti gli effetti una vera e propria violenza sessuale. “La vittima completamente nuda veniva palpeggiata anche nelle parti intime, in un garage, tra vecchi televisori da aggiustare e attrezzi del mestiere”.
Una vera e propria storia dell’orrore quella raccontata ai carabinieri da una delle vittime che all’epoca dei fatti aveva 13 anni e mezzo: “avevo un po’ paura ma quando l’ho fatto c’era mia mamma, quindi ero un po’ più serena -ha raccontato la ragazzina-. Io mi facevo toccare perché pensavo che così mi avrebbe tolto le negatività…”. Inoltre all’indagato, che la vittima in una condizione “di assoluta dipendenza psicologica” vedeva come un “uomo buono, capace di darle aiuto ed a cui affidarsi senza timori, si è rivolta per ottenere ‘trattamenti spirituali’ ritenuti funzionali al buon esito della gravidanza in corso. Randazzo avebbe poi abusato anche della madre della ragazzina sempre attraverso il rito di purificazione. Le indagini erano iniziate nell’ottobre dello scorso anno quando una donna – insieme alla figlia – ha denunciato Salvatore Randazzo e Martina Spinnato per un furto di 220 euro avvenuto in casa. Poi sono partite le intercettazioni. Sulla ragazza pende l’accusa di aver individuato “giovani ragazze da avviare all’attività di prostituzione per poi appropriarsi in alcune circostanze di parte del denaro corrisposto dai clienti”, accusa cui sarà chiamata a rispondere oltre a quella per il reato di corruzione di minore nei confronti di un ragazzo di età inferiore a 14 anni. Giuseppe Sciortino, nipote del bandito Giuliano, è invece accusato di aver favorito l’attività di prostituzione che si consumava all’interno della struttura ricettiva di Montelepre da lui di fatto gestita. Tra le accuse anche il reato di “violenza sessuale aggravata continuata” per aver indotto a consumare rapporti sessuali una donna affetta da gravi disturbi psichici e ricoverata presso una struttura sociosanitaria semiresidenziale.
fonte: blogsicilia.it
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