Partinico, incendio distilleria Bertolino, le reazioni della politica e dei sindacati .
“Fare chiarezza subito, per capire se si è trattato di un guasto per mancata manutenzione, di un errore umano o di manomissione”. Lo chiedono i segretari della Cgil Palermo e della Flai Calogero Guzzetta e Dario Fazzese, a proposito dell’incendio avvenuto l’altra sera all’interno della distilleria Bertolino di Partinico, provocando ustioni a tre operai, di cui uno rimasto ferito gravemente. I sindacalisti ribadiscono che “non è possibile scegliere tra lavoro, salute e sicurezza, sono concetti inscindibili. La delocalizzazione della fabbrica al di fuori del centro abitato è ormai indifferibile, a tutela dell’incolumità dei cittadini e degli stessi lavoratori. Con un impianto più moderno e adeguato – aggiungono – correrebbero certamente meno rischi”. Il grave incidente sul lavoro ha spinto, inoltre, il deputato nazionale del Movimento 5stelle Antonio Lombardo, a rivolgersi all’Agenzia regionale per la protezione ambientale, al fine di attivare con urgenza immediati controlli per monitorare il livello degli scarichi dello stabilimento industriale, atteso che l’esplosione sembrerebbe essersi verificata nel reparto filtraggio, con l’obiettivo di scongiurare eventuali conseguenze ambientali. “Non è ovviamente il caso di fare allarmismi – afferma il deputato – è bene, però, intervenire subito per monitorare da vicino la situazione nell’interesse della collettività”. “Voglio esprimere inoltre – conclude il deputato – la mia vicinanza ai feriti e alle loro famiglie, con l’augurio che tutto per loro si risolva per il meglio e in tempi celeri”. Solidarietà ai lavoratori è arrivata pure dal Movimento Partinico città d’Europa, il quale confida nell’operato delle forze dell’ordine affinchè vengano chiarite le cause. “Non vogliamo anticipare le loro conclusioni – scrive in una nota – ma non possiamo esimerci dal costatare che se determinate cose accadono, non accadono per caso. C’è stato un deficit di manutenzione degli impianti? Una omissione di controllo da parte degli enti preposti? La vetustà dell’impianto può essere una causa del disastro, e allora come si è permesso il suo funzionamento?Come è stato possibile un incidente di tale portata?” si chiedono. Nell’attendere risposte dagli organi inquirenti, il Movimento Partinico città d’Europa scrive, infine, che si sarebbero aspettati un comunicato dalla distilleria Bertolino per fornire una seppur parziale ricostruzione della dinamica dei fatti ed esprimere solidarietà agli operai e alle famiglie”. Legambiente, invece, torna a calcare la mano sul recente rilascio dell’Aua, dalla Regione alla distilleria Bertolino. “L’autorizzazione Unica Ambientale non è ancora operativa – dicono il segretario regionale Gianfranco Zanna e la rappresentante locale dell’associazione ambientalista Maria Teresa Noto – perché si aspetta il parere dell’Area Metropolitana. Vengono concessi 30 mesi di tempo affinché la ditta predisponga un piano di monitoraggio ed un adeguamento degli impianti ai nuovi limiti imposti sulle emissioni e sugli scarichi. E trenta mesi – dicono – sono molto lunghi”. Anche Cambiamo Partinico, nell’esprimere solidarietà ai lavoratori, rammenta – in un lungo documento – che appena un anno fa un altro operaio dell’azienda rimase gravemente ferito ad una mano, finita incastrata in un macchinario. L’ennesimo incidente sul lavoro, secondo il movimento civico denota che si tratti non solo di “uno stabilimento inquinante che danneggerebbe la vivibilità della città di Partinico, ma anche di un’industria pericolosa per gli operai che vi lavorano e per l’intera popolazione che si ritrova in centro abitato un impianto a rischio di incidenti rilevanti. In questo clima e contesto in cui non si dovrebbe far altro che prendere atto di un’ennesima pagina nera della storia di questa azienda – prosegue la nota – qualcuno coglie malamente l’occasione per speculare sull’accaduto lasciando intendere che non ci sarebbe stato questo incidente se qualcuno non avesse rallentato la dislocazione dell’impianto. Un ragionamento contorto e in malafede che rispediamo al mittente”. Secondo Cambiamo Partinico “l’impianto va fermato, messo il più possibile “in regola” per quanto lo possa essere comunque un’industria insalubre di prima classe in centro abitato e, infine, delocalizzato il prima possibile senza concedere niente di più della costruzione di una nuova distilleria”.