San Cipirello, concluso l’accesso ispettivo al comune
Si è concluso l’accesso ispettivo al Comune di San Cipirello. La commissione, inviata dal Prefetto lo scorso 20 novembre, ha riconsegnato le chiavi dell’ufficio occupato in questi quattro mesi di indagine. L’obiettivo dei controlli era verificare la sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso. Sotto la lente di ingrandimento c’è l’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Geluso. A disporre il provvedimento era stato quattro mesi a il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, su delega del ministro dell’Interno. Il mese scorso, alla scadenza trimestrale di febbraio, era arrivata la proroga per altri tre mesi. Alla commissione d’indagine è bastato evidentemente un solo mese per ultimare i controlli, i cui esiti saranno resi noti nei prossimi mesi. Completata la verifica, la Prefettura avrà a disposizione 45 giorni per inviare una relazione al Viminale sulla eventuale sussistenza di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione sancipirellese. Sulla base della relazione, il ministro dell’Interno deciderà entro tre mesi se portare o meno il “caso” all’attenzione del Consiglio dei ministri per un’eventuale proposta di scioglimento. La commissione ispettiva che ha lavorato a San Cipirello è stata guidata dal viceprefetto Fabio Sanfilippo. Composta da prefettura, questura ed arma dei carabinieri, ha passato al setaccio gare d’appalto, affidamenti, incarichi, concessioni edilizie, tributi, ordinanze e determine. A supporto ci sono stati anche gli uomini della guardia di finanza. In questi mesi sono stati sentiti alcuni dipendenti e degli amministratori comunali. E sotto osservazione sembra siano finite anche alcune vicende balzate agli onori della cronaca nei mesi scorsi, raccontate dal Giornale di Sicilia. Ma l’accesso ispettivo è frutto dell’attento lavoro di indagine da parte dei carabinieri della locale stazione. Il monitoraggio, coordinato dal comando di compagnia di Monreale, era iniziato già prima dell’accesa campagna elettorale della primavera del 2017: scambi di accuse, querele e tensioni che hanno oltrepassato i confini dell’agone politico. Per questo, seppur inaspettato, l’accesso ispettivo non è stato certamente un fulmine a ciel sereno. Il clima in paese è teso da diverso tempo. E lo scontro non è solo politico.