Partinico, i vigili urbani salvano un cane torturato da un collare di ferro
A mettere fine alle atroci sofferenze di una cagna randagia , torturata da un collare di ferro rimastole, non si sa per quanto tempo, conficcato nel collo, con una parte di pelle che intanto le era cresciuta sopra questo vero e proprio strumento di tortura, sono stati gli agenti della polizia municipale di concerto con il personale dell’ufficio randagismo, di pertinenza dello stesso corpo. A recuperare e a soccorrere per primi il malconcio animale, privo di microchip che giaceva dolorante sulla strada statale 186 , al chilometro 26, sono stati, infatti i vigili urbani, che si sono trovati di fronte ad una scena terribile: la malconcia bestia con un collare di ferro stretto attorno al collo che le era penetrato nella carne, facendole patire un grande dolore ad ogni tentativo di volersi liberare. Gli agenti hanno subito prelevato il randagio e rilevata la necessità e l’urgenza di sottoporlo a visita medica e alle necessarie cure del caso, con determina sindacale, è stato disposto il suo affidamento ad uno studio veterinario esterno per gli accertamenti e liberarlo così dal terribile collare tramite un intervento chirurgico. Ciò al fine di salvaguardare la salute dell’animale nonché l’incolumità pubblica. Le spese per le opportune cure veterinarie, per un totale di 244 euro, sono a carico del Comune. Un plauso ai vigili urbani per la loro sensibilità e umanità viene espresso dall’assessore alla Polizia Municipale e randagismo Monica Supporta. “Non bisogna assolutamente abbandonare gli animali per strada e senza averli microchippati – dice l’assessore – chi si prende in carico un cane o qualsiasi altro animale lo deve accudire e curare. Il cane non è un oggetto che si prende e si butta, né tanto meno la sede del comando di polizia municipale è un canile dove portare soprattutto i cuccioli abbandonati, come purtroppo spesso accade. Nel caso specifico, considerato che il cane aveva un collare, sicuramente si tratta di una bestia che aveva un padrone e che se ne è disumanamente disfatto. Per fortuna la polizia municipale si adopera in qualsiasi ora del giorno, nel momento in cui si verificano questi ritrovamenti. Purtroppo – conclude l’assessore Monica Supporta – come comune non abbiamo strutture idonee. E’ soprattutto attraverso la polizia municipale che riusciamo a soccorrere questi animali e dar loro aiuto. Il vero problema è che non abbiamo un canile comunale, perché è in fase di completamento, ma in ogni caso si tratta di un canile sanitario che non potrà essere certo utilizzato come rifugio”.