Partinico, beccato con mille kg di hashish, condanna ridotta in appello
Ridotta la condanna in appello per Giovanni Vitale 52enne, originario di Partinico. Cosi come scrive il “Giornale di Sicilia” i giudici gli hanno concesso uno sconto di un anno, rispetto agli otto anni che gli erano stati inflitti dal gup Ermelinda Marfia il 16 novembre scorso con il rito abbreviato. La Corte d’assise d’appello l’ha condannato a sette anni di reclusione per trasporto di sostanza stupefacente con l’aggravante dell’ingente quantità. Giovanni Vitale venne fermato lo scorso 26 luglio dalla Guardia di Finanza mentre era alla guida di un furgone “Fiat Ducato” e stava percorrendo la statale 113, in direzione di Partinico. L’imputato all’Alt dei finanzieri del Goa del Nucleo di polizia economica e finanziaria, non aveva opposto alcun tipo di resistenza. Sul mezzo gli investigatori avevano poi effettivamente trovato il «fumo» suddiviso in decine di panetti e nascosto in venticinque sacchi di iuta. Rinvenuti mille chili di hashish che, secondo gli inquirenti, una volta smerciati avrebbero potuto fruttare qualcosa come quattro milioni di euro. L’enorme quantità di droga era arrivata quasi certamente dal Marocco ma sin da subito era stato chiaro che Vitale non lavorasse per conto proprio ma per conto di un’organizzazione più complessa vista la quantità di droga sequestrata. L’ acquisto di una tonnellata di hashish, secondo le stime degli investigatori, avrà richiesto un investimento economico notevole, oscillante almeno tra i settecentomila euro e il milione. Somme che possono essere maneggiate soltanto da organizzazioni criminali di un certo livello. Non è un mistero peraltro che la droga sia proprio uno dei settori prediletti da “Cosa nostra”, assieme a quello delle scommesse online, per fare soldi a palate da ripulire successivamente in attività apparentemente lecite. Il partinicese alla guida del furgone, però, non ha alcun tipo di legame con la mafia e allo stato il destinatario del carico non è stato individuato. Alla luce poi delle prove schiaccianti a suo carico, Vitale, sapendo di rischiare una condanna pesante, ha optato per il rito abbreviato, cosa che ha ulteriormente accelerato i tempi della giustizia.