Partinico, anziano gioielliere rapinato a processo per “tentato omicidio”
Deve rispondere dell’accusa di tentato omicidio, l’anziano gioielliere di Partinico che, il 20 novembre del 2013, sparò, ferendo al polso, uno dei malviventi che si introdusse nella sua abitazione per commettere una rapina. L’87enne Francesco Cucchiara, infatti, così come riporta il Giornale di Sicilia, andrà a processo. Secondo il gip Fabrizio Molinari, quella non fu legittima difesa, come invece sostengono la Procura e gli avvocati del gioielliere, Vincenzo Giambruno ed Alessandro Martorana. Per il giudice delle indagini preliminari, Cucchiara sparò quando la rapina era ormai conclusa e i banditi erano fuori dalla sua casa, già in macchina, per fuggire; secondo il pm, invece, in quel momento l’anziano credeva che i banditi stessero per dirigersi nella vicina gioielleria per rubare tutto. Il gip ha in ogni caso respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Renza Cescon, accogliendo invece l’opposizione di Mariano Parisi, il rapinatore ferito che, tra l’altro, pretenderebbe un risarcimento di circa 100 mila euro, ed ha disposto l’imputazione coatta per Francesco Cucchiara. Il 20 novembre del 2013, cinque rapinatori 5 rapinatori, travestiti da finanzieri e carabinieri, piombarono all’alba nell’abitazione del gioielliere, suonando insistentemente al campanello e ordinando a Cucchiara di aprirgli la porta dopo avere esibito un finto mandato di perquisizione. Una volta entrati, rivelarono presto il loro piano criminale: si trattava, infatti, di una rapina. I banditi tirarono fuori le pistole minacciando l’intera famiglia, ovvero Francesco Cucchiara, l’anziana moglie 73enne, la figlia ed il genero che vivevano nella stessa palazzina. I malviventi buttarono a terra con violenza e ferirono la moglie, mentre il genero venne immobilizzato con delle fascette. I banditi, puntando la pistola alla testa della figlia, chiesero di andare in gioielleria. Ma quando venne fatto notare loro che bisognava passare dalla strada, desistettero e andarono via. Fu a quel punto che Cucchiara si affacciò al balcone ed impugnando la pistola che deteneva regolarmente, per spaventarli gli sparò contro, colpendo uno di loro. Il rapinatore, rimasto ferito al polso, con documenti falsi riuscì a farsi curare alla clinica Demma. La banda venne parzialmente identificata e Parisi, con altri due complici, è già stato condannato per la tentata rapina commessa in casa Cucchiara. Poi ha deciso di querelare la vittima dell’incursione per tentato omicidio, sostenendo di essere rimasto ferito durante la fuga.