Carini, altre due ore di sciopero allo stabilimento della Sirti per il rischio esuberi
Un’ora di assemblea e due ore di sciopero oggi nello stabilimento della Sirti di Carini. Secondo pacchetto di scioperi al via, per protestare contro il piano di 833 licenziamenti a livello nazionale, annunciati dall’azienda specializzata in grandi reti di telecomunicazioni. E da lunedì inizia la “Settimana della lotta”: ogni giorno una manifestazione interregionale diversa per coprire a scacchiera tutto il territorio nazionale e dare maggiore risonanza alla protesta. L’11 marzo si parte con Sicilia e Calabria: la manifestazione si terrà alle 10,30 sotto la prefettura di Catania, con i lavoratori Sirti di Carini, di Catania e dello stabilimento di Feroleto Antico nel Catanzarese. Nella sede Sirti di Carini, per i 170 dipendenti, l’impatto del licenziamento è molto alto: si parla di 40 esuberi. Oggi l’assemblea si è svolta, all’ingresso dello stabilimento, alla presenza del sindaco di Carini Giovì Monteleone e dell’assessore alle Attività Produttive Alessandro Gambino. I lavoratori sono stati informati del fatto che, nell’incontro di giovedì in Assolombarda, l’azienda ha ribadito le sue intenzioni; è stato quindi varato un secondo pacchetto di scioperi, per dare seguito alle azioni già intraprese a febbraio. “Nonostante sia giunta notizia di un nuovo incontro il 12 marzo al Mise, abbiamo mantenuto lo stato di agitazione e il blocco per viaggi, trasferte e straordinario dichiara il segretario Fiom Cgil Palermo Francesco Foti- Andremo avanti a oltranza fino a quando l’azienda non ritirerà gli esuberi. Il territorio della provincia di Palermo e di Carini non possono permettersi altra disoccupazione. Al sindaco Monteleone – prosegue Foti – abbiamo chiesto di attivarsi per un tavolo di crisi con l’assessore regionale alle Attività produttive e con il sindaco dell’area metropolitana. Non possiamo permetterci nessun licenziamento”. “Il primo cittadino di Carini – aferma ancora Francesco Foti – ha promesso che chiederà un tavolo per monitorare oltre alla Sirti, anche la situazione delle altre aziende in crisi, dell’area industriale, tra cui Italtel e Selicab. In tutti gli stabilimenti si stanno chiedendo interventi istituzionali. Inoltre, siamo pronti ad avviare iniziative legali contro il ricorso al subappalto: mentre i lavoratori vivono nella paura del licenziamento non possiamo tollerare che l’azienda dichiari gli esuberi per affidarsi al mondo senza regole del subappalto”. “Chiediamo di non perdere nessun posto di lavoro – aggiungono Giuseppe Romano e Francesco Agnello, Rsu Fiom della Sirti di Carini – L’azienda interrompa la procedura di licenziamento per trovare, senza l’incubo del tempo che scorre, soluzioni che non impattino in maniera così traumatica con la vita delle persone. E non va bene che mentre noi siamo col piede fuori, la Sirti si rivolga al subappalto. Con le nostre azioni di lotta in tutta Italia dimostreremo la nostra compattezza. Chiediamo – conclude – che l’azienda lo capisca e che si sieda attorno ad un tavolo”.