La Dia lancia allarme : possibile nuova guerra interna a Cosa Nostra

Nell’ultima relazione inviata al Parlamento Nazionale, la Direzione Investigativa Antimafia lancia un allarme, sostenendo che “Cosa Nostra Palermitana, nonostante gli ultimi arresti eccellenti, sarebbe una struttura ancora vitale, dinamica e plasmabile a seconda dei mutamenti delle condizioni esterne” e che quindi, alcuni “capi emergenti sarebbero in cerca di spazi per scalare le posizioni di potere”. Lo scrive La Repubblica. La Dia, quindi non escluderebbe, che, alla luce della non chiara evoluzione del quadro descritto, le articolate dinamiche dell’organizzazione possano sfociare in atti di violenza particolarmente cruenti”. In pratica si teme una nuova guerra di mafia, anche se non supportata da precisi indizi ma, l’instabilità del quadro, delineato dagli ultimi arresti e i nuovi pentimenti. Sulla primula rossa di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, la Dia sostiene che la sua è solo “un’assenza operativa”. In pratica, secondo gli investigatori antimafia, il superlatitante di Castelvetrano che sembra scomparso nel nulla dal 1993 non si sarebbe fatto da parte, deterrebbe ancora il ruolo di “leader” nella provincia di Trapani, ma non in quella di Palermo, dove “gli elementi di vertice del capoluogo regionale, soprattutto dopo l’esperienza corleonese non sarebbero ora favorevoli ad essere rappresentati da un capo di un’altra provincia”. Nella relazione, gli analisti della Dia descrivono una situazione altalenante all’interno di Cosa Nostra, sostenendo che, alcuni mandamenti mafiosi, per salvaguardare la propria autonomia extraterritoriale, sarebbero stati contrari alla ricostituzione della Cupola, recentemente sgominata da un’operazione antimafia condotta dai carabinieri.

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