Carini, la Sirti annuncia esuberi, gli operai incrociano le braccia (Video)
Secondo giorno di sciopero davanti allo stabilimento della Sirti, nell’area industriale di Carini, contro gli esuberi annunciati dall’azienda nazionale di punta delle infrastrutture per telecomunicazioni e information technology. Totale l’adesione dei 180 dipendenti, in presidio stamattina dalle 8 davanti ai cancelli. Anziché le due ore di sciopero previste, l’assemblea ha deciso di incrociare le braccia per una terza ora. Salgono così a cinque le ore di sciopero effettuate tra la protesta di lunedì e quella di oggi. Per i lavoratori è inammissibile che l’azienda dichiara esuberi per riduzione di commesse, poiché la tesi contrasta con le continue esternalizzazioni adottate. Un atteggiamento d’arroganza che gli operai intendono contrastare, così come la Fiom Cgil di Palermo, che assicura la massima vigilanza affinché l’azienda non sostituisca i lavoratori in sciopero, con gli operai del mondo dei subappalti della Sirti a cui, nei prossimi giorni verrà pure chiesto di aderire alla protesta. Ciò che più preoccupa il sindacato nella logica della riduzione dei prezzi è l’uso selvaggio del subappalto e il tentativo di innescare conflitti tra gli stessi operai. Sono almeno 14 le aziende che operano in subappalto con Sirti, da Montel a Isetec, da Sitem a Faim alla Telma e alla Catania impianti etc. Intanto la riunione prevista in Assolombarda, che doveva essere domani, è stata rinviata a giovedì prossimo. E i sindacati nazionali sono in attesa della convocazione al Mise, al quale è stato chiesto di convocare un tavolo. La tensione tra i lavoratori è alta. Gli esuberi riguardano il 23 per cento degli oltre 3.692 dipendenti. I licenziamenti toccheranno tutti i reparti ma a essere colpita maggiormente sarebbe la unit Telco (reti di accesso, manutenzioni, radiomobili, reti civili e fibra). Secondo le motivazioni dell’azienda, il mercato delle telecomunicazioni, che ha subito cambiamenti strutturali negli ultimi anni e sta a attraversando una fase di trasformazione a livello globale, che ha comportato per l’Italia una contrazione del giro d’affari, impone una progressiva riduzione del livello dei prezzi e lo spostamento degli investimenti verso soluzioni contraddistinte da un maggior grado di digitalizzazione.