Trappeto. Pestaggio extracomunitari, otto indagati rinviati a giudizio
Rinviati tutti a giudizio gli otto responsabili del pestaggio di Ferragosto alla Cimmarita, località balneare di Trappeto, contro un gruppo di migranti ospiti di un centro di accoglienza di Partinico. Il prossimo 5 febbraio -scrive il Giornale di Sicilia- inizierà il processo per violenza privata e lesioni, aggravate dall’odio razziale, davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo. La Procura ha infatti chiesto ed ottenuto il giudizio immediato e non sarà dunque celebrata l’udienza preliminare. Gli otto imputati, tra cui sette arrestati dai carabinieri della compagnia di Partinico a settembre scorso, sono tutti imparentati tra di loro e ci sono pure delle donne: Maria Cristina Schrò (rimasta sempre però a piede libero), Rosa Inverga, Valentina Mattina e poi Antonino Rossello, Roberto, Salvatore e Giacomo Vitale, Emanuele Spilateri. Per Inverga e il marito Giacomo Vitale era stato deciso l’obbligo di dimora a Partinico, per gli altri erano stati disposti i domiciliari. Gli indagati hanno respinto le accuse sostenendo di non essere razzisti, mentre secondo il gip “la prolungata e selvaggia aggressione è stata dettata da abiette finalità di discriminazione”. L’indomani di Ferragosto, sei giovani extracomunitari di origine gambiana ospiti della comunità/alloggio “Mediterraneo” di Partinico e un’educatrice del centro hanno denunciato ai carabinieri della locale compagnia l’aggressione subita la sera del 15 agosto 2018 mentre si trovano alla Ciammarita. Secondo quanto ricostruito, i giovani extracomunitari sono stati avvicinati da alcuni degli indagati e subito insultati e aggrediti con violenza, nonché apostrofati con frasi a sfondo razziale. Come dimostrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, anche dopo essere riusciti a salire sull’automezzo del centro di accoglienza – che li attendeva nei pressi del luogo dell’aggressione per riportarli nella struttura – erano stati inseguiti in auto dai loro aggressori, assieme ai loro familiari, sino al centro abitato di Partinico, dove erano stati raggiunti, bloccati e costretti a scendere dal veicolo, per poi essere nuovamente aggrediti violentemente con calci, pugni, bastoni e pietre. A seguito dell’accaduto, i giovani extracomunitari (cinque dei quali minorenni) e l’educatrice della comunità hanno tutti riportato lesioni e contusioni con prognosi tra i quattro e i venti giorni.