Operazione Game Over, fissata al 15 gennaio l’udienza preliminare per 55 indagati
Fissata al prossimo 15 gennaio l’udienza preliminare per decidere sull’eventuale rinvio a giudizio dei 55 indagati, di cui 31 arrestati, coinvolti nell’inchiesta “Game Over” che, il primo febbraio dello scorso anno, portò anche al sequestro di beni immobili, società e conti correnti bancari riconducibili al partinicese Benedetto Bacchi, ritenuto al vertice dell’organizzazione. A scriverlo è il Giornale di Sicilia. Nei confronti degli imputati alla sbarra, pendono, a vario titolo, le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, raccolta abusiva di scommesse, truffa ai danni dello Stato, reimpiego e intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti. Benedetto Bacchi, “Ninì” per i conoscenti, è considerato il personaggio chiave dell’inchiesta e su di lui gravano le pesanti accuse di concorso in associazione mafiosa e riciclaggio del denaro dei clan. Secondo la Procura di Palermo, Bacchi, assieme ad Antonio Lo Baido, avrebbe stretto accordi con i capi delle cosche di cosa nostra che dominano i quartieri di Palermo per imporre le proprie imprese quali unici soggetti legittimati a gestire i centri di videopoker e scommesse online nel capoluogo siciliano. In cambio, Bacchi e Lo Baido, avrebbero garantito alle organizzazioni criminali “un introito fisso o calcolato a percentuale sulle entrate dell’affare”. Nell’operazione Game Over finì in manette anche Francesco Nania considerato nuovo capomafia di Partinico. Questi avrebbe appoggiato Ninì Bacchi nella sua ascesa economica avviata con l’apertura di centri scommesse con i noti marchi B2875, Onebetsport, LPSport, Aleabet, tutti riconducibili alla società maltese Phoenix International, attualmente in amministrazione giudiziaria.