Mafia, maxi confisca di beni, i negozi bagagli finiscono allo stato
Nuova maxi confisca a Palermo che riguarda negozi e società riconducibili a Salvatore Milano e Filippo Giardina.Tra i beni finiti allo Stato i negozi Bagagli e le srl che amministrano i punti vendita di via Libertà, via Messina e via XX Settembre.E poi altre società, appartamenti, terreni, immobili, automobili, moto e uno yacht, più la «posizione contrattuale» di Filippo Giardina, che aveva preso un altro natante da 750 mila euro in leasing: salva l’imbarcazione, ma sono state confiscate le quote pagate. E ancora conti correnti, titoli e depositi bancari, una tabaccheria di via Messina Marine 309.La maxiconfisca come scrive il Giornale di Sicilia – colpisce Salvatore Milano, 65 anni, esponente e cassiere – ancora in tempi recenti – della famiglia di Porta Nuova e il suo cugino acquisito Filippo Giardina, pure lui di 65 anni, che è ritenuto legato anche a Gianni Nicchi, il giovane boss di Pagliarelli, cognato di Luigi Giardina, nipote proprio del «prevenuto».La decisione è della sezione misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Raffaele Malizia, a latere Simona Di Maida e la relatrice Ettorina Contino. Accolta in gran parte la proposta della Procura, che si era basata su indagini della Dia: ci sono però anche una serie di restituzioni di beni, ritenuti di provenienza lecita, in favore di prossimi congiunti e parenti dei due «proposti».Accolte, in questo senso, le tesi degli avvocati Mimmo La Blasca, Ninni Gallo, Michele Giovinco, Jimmy D’Azzò, Debora Speciale. Tornano agli aventi diritto magazzini, terreni, conti correnti e titoli bancari. Il valore dei beni che furono sequestrati, tra il 2013 e il 2014, dai collegi presieduti da Silvana Saguto, oggi sotto processo a Caltanissetta, era stato quantificato dalla Direzione investigativa antimafia in 16 milioni. La maggior parte di questi beni, 69 su 120, è stata ora sottoposta a confisca.
Fonte Giornale di Sicilia