Corleone, il sindaco diffida la figlia di Totò Riina ad utilizzare lo stemma del comune
Una diffida a usare lo stemma di Corleone. A predisporla in queste ore è l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicolò Nicolosi dopo la notizia dell’apertura a Parigi del ristorante di Lucia Riina, ultimogenita dell’indiscusso capo dei capi di Cosa Nostra passato all’altra vita. In Rue Daru il locale dalla facciata in legno, con grandi vetrate e lo stemma di Corleone nell’insegna, un leone rampante che stringe un cuore, propone piatti tipici della cucina italiana e siciliana. “In base allo Statuto e al regolamento comunale – spiega il sindaco Nicolò Nicolosi – lo stemma della città può essere usato esclusivamente per finalità istituzionale e solo dopo l’autorizzazione da parte delle Autorità comunali che, ovviamente, in questo caso non c’è stata”. Per il neo primo cittadino, eletto lo scorso novembre dopo due anni di commissariamento del Comune sciolto per mafia, “associare il nome di Corleone alla famiglia del capo dei capi è devastante”. Ecco perché Nicolosi ha firmato una lettera, approvata dall’intera Giunta e dai capigruppo di maggioranza e opposizione al Consiglio comunale, e indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, al capo del Viminale Matteo Salvini e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti. “Chiediamo al Governo – spiega il sindaco – di aiutarci a neutralizzare questa iniziativa, sostenendoci nella nostra azione davanti alle autorità francesi per impedire che nell’insegna di un ristorante possa esserci la commistione tra il nome di Corleone e la famiglia Riina”. Per Nicolosi, infatti, quello veicolato da Lucia Riina è “un messaggio pericoloso: pare che la famiglia del padrino corleonese voglia dire che Corleone è ancora ‘Cosa loro’, invece la città da anni lotta per affrancarsi da questo marchio infame che l’ha devastata”.