Partinico, beccato con 1000kg di droga, condannato ad 8 anni
Condannato ad otto anni di reclusione per trasporto di sostanza stupefacente, con l’aggravante dell’ingente quantità, il partinicese Giovanni Vitale di 52 anni. Come spiega il “Giornale di Sicilia”, Vitale era stato sorpreso dalla guardia di finanza mentre trasportava una tonnellata di hashish, droga che secondo le stime degli inquirenti una volta piazzata avrebbe potuto fruttare anche dieci milioni di euro. Adesso a meno di 4 mesi dall’arresto, il partinicese è stato condannato a otto anni di reclusione. Ad emettere la sentenza, al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato è stato il gup Ermelinda Marfia, che ha accolto le richieste della Procura. Giovanni Vitale venne bloccato lo scorso 26 luglio mentre viaggiava a bordo di un furgone sulla statale 113, in direzione di Partinico. I militari lo fermarono a colpo sicuro, perché qualcuno li aveva informati che da quelle parti sarebbe arrivato un carico consistente di droga. L’ uomo infatti, non oppose nessuna resistenza ma si rese conto che il suo destino fosse segnato. Sul mezzo gli investigatori avevano trovato ciò che si aspettavano, ovvero tantissimi panetti di hashish, tutti marchiati con la scritta “Sky 1”, nascosti in ben 25 sacchi di iuta, per un totale di una tonnellata di “fumo” quasi certamente proveniente dal Marocco. Secondo gli investigatori, Vitale, non era certamente il destinatario ultimo, dell’ingente carico di droga ma invece un semplice corriere. Una simile quantità di hashish, per essere acquistata avrà richiesto, un investimento molto significativo, oscillante almeno tra i settecentomila e il milione di euro. Somme che possono essere maneggiate soltanto da organizzazioni criminali di un certi livello. L’imputato, comunque, non ha alcun tipo di legame con Cosa nostra. Il processo per Giovanni Vitale è stato velocissimo: visto l’arresto in flagranza, la Procura ha potuto chiedere il giudizio immediato. Un’istanza che è stata accolta dal gip e che ha consentito di saltare l’udienza preliminare. Alla luce, poi, delle schiaccianti prove contro di lui, l’imputato ha deciso di essere processato con il rito abbreviato, consapevole che la condanna sarebbe stata inevitabile,in modo da ottenere lo sconto di un terzo della pena. Alla fine il giudice gli ha inflitto otto anni di carcere.