Palermo, il sit-in di Piazza Ottavio Zino per lo sciopero dei medici ospedalieri
Ventiquattro ore con le braccia incrociate per rivendicare un rinnovo contrattuale adeguato. Sciopero dei medici oggi in tuta Italia e quindi anche in Sicilia. Uno stop che ha determinato la cancellazione degli interventi chirurgici programmati anche negli ospedali delle province di Palermo e Trapani, ed inevitabili disagi per i cittadini. Alla base della protesta, la richiesta di maggiori fondi per la Sanità pubblica, che i sindacati dei camici bianchi definiscono “ormai al collasso”, ed il rinnovo del contratto di lavoro, fermo da dieci anni. Ma la protesta, tengono a precisare le organizzazioni sindacali, è anche a favore dei cittadini stessi, per garantire a tutti un’assistenza adeguata. Nel sit-in che stamani ha avuto luogo davanti l’assessorato regionale alla sanità di Piazza Ottavio Ziino a Palermo, il segretario nazionale dei medici ospedalieri Universo Sanità, Franco La Valle, ha parlato dell’ultima offesa che la sanità pubblica ha fatto ai medici ospedalieri, ovvero “dopo dieci anni di blocco contrattuale è scandaloso – dice – umiliare ancora una volta un’intera categoria, proponendo un aumento della retribuzione del 2.90% a fronte del 3.48% di aumento dei contratti pubblici, escludendo dal monte salari indennità di esclusività e retribuzione individuale di anzianità, che tra l’altro non sono state accantonate dalle regioni. Forse la più imbarazzante degli ultimi vent’anni subita da una classe medica già profondamente vessata dalla mancanza di organico e per questo obbligata a turni così massacranti da mortificare dignità e valore della professione. Questa mobilitazione – prosegue La Valle – è l’estrema ratio per denunciare tutte le aspettative inattese dai vari governi che si sono avvicendati e le condizioni di continua delegittimazione in cui i medici ospedalieri esercitano il loro lavoro per garantire la salute di tutti nonostante i sacrifici e le difficoltà nell’applicare i principi fondanti di scienza e coscienza della professione in un clima generale di grande disagio sociale. Non si tratta solo di accordi contrattuali mortificanti, ma anche di diritto alla cura e diritto a curare, restituendo il giusto valore alla professione, sono due facce della stessa medaglia dove al centro c’è la persona. Assunzioni e risorse adeguate del Fondo sanitario nazionale per assicurare a tutti i nuovi Livelli essenziali di assistenza – aggiunge – sono l’unico ossigeno possibile per salvare il Ssn anche da un processo di privatizzazione che sta stravolgendo la sanità pubblica. La politica è chiamata perciò a fare delle scelte urgenti – conclude il sindacalista – a protezione di un sistema ancora riconosciuto tra i migliori in Europa grazie alla responsabilità e alla passione dei medici, ma che oggi si sta sgretolando”.