Mafia, imprenditori collusi, sequestrati beni per 21 mln €
La polizia e le Fiamme gialle Trapani hanno confiscato 52 appartamenti, 9 villette, 11 magazzini, 8 terreni, 19 garage, autovetture, conti correnti e società, per un valore complessivo di 21 milioni di euro, a due imprenditori, Francesco e Vincenzo Morici, ritenuti collusi con esponenti delle famiglie mafiose della provincia, attivi nell’edilizia, che hanno operato nel settore dei lavori pubblici in Sicilia, su mandato del boss latitante Matteo Messina Denaro. Per Francesco Morici era stata proposta anche la sorveglianza speciale, ma nel frattempo è deceduto, mentre per il figlio Vincenzo, la proposta è stata respinta dal Tribunale non ravvisando la sua attuale pericolosità sociale. Il provvedimento è stato emesso a conclusione di un’indagine condotta dai poliziotti della Divisione anticrimine della Questura di Trapani e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza della stessa provincia. I due imprenditori, grazie al sostegno della primula rossa di Cosa Nostra, avrebbero controllato una serie di appalti pubblici, come ad esempio quello per realizzare i moli foranei e le banchine nel porto di Trapani per accogliere la Vuitton Cup, la prestigiosa regata velica che, nel 2005, fece tappa in Sicilia. Francesco e Vincenzo Morici, sarebbero stati prima a servizio del capomafia Vincenzo Virga e, dopo l’arresto di quest’ultimo nel 2001, del reggente Francesco Pace, anche lui finito in manette, sempre sotto l’abile regia del boss latitante di Castelvetrano Mattero Messina Denaro. I due imprenditori , secondo l’accusa, avrebbero costituito un cartello di società e “comprato” la compiacenza di alcuni funzionari pubblici. Dietro il pagamento di tangenti i boss si sarebbero infiltrati nelle commissioni di gara, rendendo imbattibili le offerte delle imprese riconducibili ai Morici.