Stabilizzazione contrattisti Asp 6, domani sit-in di protesta a Palazzo d’Orleans
Così come annunciato nei giorni scorsi dopo un vertice che si è tenuto all’Assessorato Regionale alla Salute, la vertenza dei 651 precari ex Lsu dell’Asp di Palermo riesplode. I sindacati che puntano l’indice contro «la superficialità ed il ritardo con il quale la Regione sta affrontando la tematica della loro stabilizzazione» fanno fronte comune, indicendo, per domani, un sit-in di protesta del personale contrattista dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo a Palazzo d’Orleans. A partire dalle 14,30, davanti la sede della presidenza della regione si riuniranno gli associati alle Rsu, insieme a Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursing Up, Dirstat e Nursind. L’obiettivo è «ottenere una convocazione dal governatore Nello Musumeci affinché faccia chiarezza sulla discriminazione che i lavoratori contrattisti dell’Asp di Palermo e provincia stanno subendo». Inoltre, le sigle sindacali hanno proclamato per il 24 ottobre una giornata di sciopero di tutto il personale ex lsu dell’Asp. La richiesta che fanno alla Regione è di «applicare tutte le norme nazionali vigenti ai contrattisti dell’Asp di Palermo per essere assunti a tempo indeterminato all’interno del fabbisogno reale e del tetto di spesa storica». Nel corso del vertice svoltosi lo scorso primo ottobre, «La risposta ottenuta dall’assessorato è stata che si è provveduto a chiedere parere all’Avvocatura di Stato per verificare se la “Madia” è applicabile ai contrattisti dell’Asp di Palermo e che si è in attesa di una risposta. Inoltre l’assessorato ha informato che nelle more dell’ottenimento del parere, avrebbe fatto pressioni all’amministrazione dell’Asp di Palermo per pubblicare il bando per 94 posti già vuoti all’interno della vecchia Dotazione Organica e degli altri 50 circa che si sarebbero liberati nel triennio fino al 2020”. L’assessorato avrebbe inoltre palesato la volontà di “identificare un contenitore (Società Partecipata) verso cui potere “dirottare” i lavoratori per farli assumere in pianta stabile a tempo indeterminato, acquisendoli sotto il capitolo di beni e servizi che dovrebbero essere finanziati da parte della stessa Asp». E proprio qui, è scoppiato il caso, poiché l’ipotesi non piace ai sindacati che hanno rigettato la proposta ritenendola improponibile. Secondo le associazioni di categoria, le somme per la spesa di questo personale sono già state storicizzate all’interno dell’ASP non superando il tetto di spesa, inglobando il personale nel fabbisogno e non già nella Dotazione Organica. Per cui l’operazione del trasferimento alla RESAIS (Ente già in via di disfacimento) od alla Sas (Società Partecipata Regionale) non sarebbe una stabilizzazione così come previsto dalla Legge, bensì un trasferimento di personale e risorse economiche che aumenterebbe i costi della loro gestione, privando i contrattisti del diritto alla Cittadinanza di Lavoratori dell’ASP acquisita nel corso di 25-30 anni». Dall’insoddisfazione di tutte le sigle sindacali arriva la protesta unitaria.