Carini, l’ex funzionario comunale Rosaria Russo nega ogni addebito
Nega ogni addebito, Rosaria Russo, l’ex funzionario del Comune di Carini ormai in pensione, rimasta coinvolta nell’inchiesta giudiziaria che si è abbattuta nell’ente locale e che vede, tra le 27 persone rinviate a giudizio, anche l’ex sindaco Giuseppe Agrusa. L’affermazione di Rosaria Russo, arriva in una nota inviata dal proprio legale, l’Avvocato Michele De Stefani che, chiede anche di rettificare, quanto riportato nell’articolo di ieri, e cioè che la propria assistita avrebbe favorito l’ing. Rita Lo Coco, nella selezione concorsuale finalizzata ad un avanzamento di carriera e che, secondo l’accusa, “il concorso interno sarebbe stato truccato dai funzionari comunali Rosaria Russo e Antonino Ruffino . Nel dettaglio, l’avvocato De Stefani, evidenzia che, a Rosaria Russo, nel procedimento penale in corso, non viene affatto contestata alcuna condotta finalizzata ad alterare i risultati della selezione concorsuale. A suo carico, infatti, viene contestato solo il reato di falso, per avere attestato la presenza, quale componente della commissione giudicatrice, dell’Ing. Antonino Ruffino presso la sala consiliare del Comune di Carini, alle ore 17,45 del 17 dicembre 2013. In ordine a questa specifica contestazione, Rosaria Russo respinge ogni addebito”. “Il dibattimento – sempre secondo il legale dell’imputata – consentirà di dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria e la veridicità dell’attestazione resa dalla propria assistita, atteso che la presenza dell’Ing. Ruffino, presso la sala consiliare è stata già confermata, nella fase delle indagini preliminari, da altro funzionario che rivestiva, in quella stessa commissione, la qualifica di Segretario, e che è risultato del tutto estraneo a questo procedimento penale”. Il processo comincerà il prossimo 4 febbraio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. L’impianto accusatorio generico nei confronti dei 27 indagati, è legato in a presunte violazioni ambientali , abusi di ufficio, falsi, e concussione tentata e aggravata, commessi per favorire gli esercenti della zona della rotonda di Carini, all’uscita dell’autostrada. Secondo l’accusa, i capimafia della zona, i Pipitone, avrebbero avuto una grossa influenza all’interno del Comune di Carini, ed in particolare nell’ufficio tecnico, pilotando permessi ed autorizzazioni, anche per gli scarichi fognari per i quali avrebbero utilizzato una rete abusiva di smaltimento.